Un bosco di alberi bianchi


Ora ci penso spesso. Qui c’è sempre stato qualcuno, c’è sempre stato un segno, un’orma lasciata nel dolce alternarsi delle stagioni, nelle generazioni di foglie cadute e marcite. In questo silenzio vuoto, invitante, pieno di fruscii, qui c’è sempre stato qualcuno. (Charles T. Powers – La memoria della foresta)

La foresta come metafora di vita spirituale dell’individuo. Vita che germoglia silenziosa con il ricordo di un’armonia che si è smarrita nello squallore delle periferie, nel rumore assordante del progresso. Nella semplicità e genuinità dei tempi andati. Utilizza la creta poiché racchiude i quattro elementi della natura, Nicola Filia, per dare vita alla minimale e poetica installazione di alberi bianchi che originano dalla terra e s’innalzano solenni. Terra, aria, acqua e fuoco si asservono a plasmare alberi come uomini, come anime candide spogliate da qualunque ornamento per giungere direttamente all’essenza. E dove la natura si rivela luogo di meditazione e silenzio, nel progetto site specific acquisito dalla città di Carbonia. E se è vero che, - come afferma Knut Hamsun -, io sono della terra e del bosco con tutte le mie radici, nelle città vivo solo una vita artistica ma appartengo alla terra, la foresta si concretizza in questo frangente come fonte insostituibile da cui attingere l’energia necessaria ad affrontare l’esistenza.
La ricerca estetica di Nicola Filia, al pari di quella di Giuseppe Penone, ruota incessantemente intorno al concetto di natura e agli elementi che la costituiscono, con un occhio di riguardo nei confronti della Minimal Art che si pone in antitesi alla tanto discussa dimensione consumistica. Perciò alberi privati dalle fronde giacché l’uomo ha modificato la natura a suo piacimento e d'altronde una forma più complessa sarebbe troppo interessante di per se stessa e diminuirebbe il significato unitario del tutto, come puntualizzerebbe Sol LeWitt. Perché questa non è una foresta come le altre bensì essa è elemento più vicino a quella visione che Baudelaire definisce foresta di simboli, in un contesto dove la natura è interpretata come tempio dell’umanità. E che l’artista connota come tramite interattivo tra uomo e natura incarnando la filosofia del mutamento e delineando il senso delle cose in un flusso d’inarrestabile continuità.
(Presentazione dell'opera acquisita dal comune di Carbonia)

Commenti

I più popolari