Iconografia: CROCIFISSIONE DI CRISTO
La prima è scolpita nel portale ligneo della basilica di Santa Sabina a Roma (422-432 d.C.) e sorprende per la particolarità della rappresentazione che presuppone un Cristo in piedi, fuori delle mura di Gerusalemme, con le mani chiodate affiancato dai due ladroni. Parliamo dello strumento di supplizio romano per eccellenza: la Crocifissione, uno dei temi più vasti dell’iconografia evangelica.
Ampiamente diffusa attraverso le tavolette eburnee degli evangeliari bizantini e carolingi con la costante dei simboli del giorno e della notte - oltre a quella di Longino che affonda la lancia nel costato - andrà sempre più in crescendo la formazione Maria, Cristo in croce e San Giovanni Battista.
Intorno all’XI secolo talvolta compare una variante della croce latina, quella decussata, ovvero ad incrocio trasversale, meglio conosciuta come croce di Sant’Andrea. Nello stesso periodo, ai piedi della croce s’intravede il teschio di Adamo, trasportato dal figlio di Noè sotto la guida di un angelo, come da tradizione. A riscattare il peccato originale e a caratterizzare il Calvario, in ebraico Golgota che significa teschio.
Se nel XII secolo l’iconografia deriva ancora da quella bizantina del Cristo Patiens, sofferente, rigido col capo reclinato e i piedi inchiodati separatamente, nel XIII secolo grazie ai crocifissi dipinti di Giunta Pisano e subito dopo di Cimabue, il corpo di Cristo s’inarca in avanti piegando le ginocchia per mostrare le contrazioni di dolore, mentre i piedi mantengono due chiodi separati fino al secolo successivo per ritornare in isolati casi come nel Cristo in croce di Velasquez.
Giotto introduce la figura della Maddalena in lacrime ai piedi della Croce ripresa anche nella Crocifissione di Masaccio. A Mantegna e Antonello da Messina dobbiamo invece la variante dei ladroni legati alla croce in maniera più articolata, particolarmente contratta nel primo caso, mentre nel secondo alle croci sono sostituiti due alberi spogli.
Da questo momento in poi le rappresentazioni si affollano di personaggi per arrivare al XX secolo con l’astratta Crocifissione contemporanea di Emilio Vedova, al Cristo di S. Giovanni della Croce di Dalì fino al dissacrante Cristo crocifisso su un aereo bellico da Leon Ferrari nell’ultima edizione della Biennale di Venezia e al ranocchio in croce di Martin Kippenberger che tanto ha scandalizzato l‘opinione pubblica. Numerose tipologie per un unico tema che evolve ma non cambia di significato: il trionfo della vita eterna. Fin dal principio.
Ciao!
RispondiEliminasono sempre interessanti le discussioni attorno all'iconografia e alle crocifissioni in generale, soprattutto perché questo soggetto è forse uno dei più diffusi della storia dell'arte e terreno di confronto per molti artisti.
Volevo farti una precisazione: è San Giovanni Evangelista, distinguibile tramite i suoi lineamenti femminili, a star alla sinistra di Cristo nelle formazione che diffonde sulle croci dipinte, e non il Battista, che invece è rappresentato con barba lunga, vestito di pelli e con un agnello simbolo del sacrificio.
Comunque volevo farti anche i complimenti per il blog che è molto bello! E molto ma molto interessante,soprattutto in confronto ad altri che ho visitato sin ora!
Minimal Deus
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Volevo farti una precisazione: è San Giovanni Evangelista, distinguibile tramite i suoi lineamenti femminili, a star alla sinistra di Cristo nelle formazione che diffonde sulle croci dipinte, e non il Battista, che invece è rappresentato con barba lunga, vestito di pelli e con un agnello simbolo del sacrificio.
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Minimal Deus
dimenticavo, questo è il nostro blog:
RispondiEliminahttp://minimaldeus.blogspot.com/
siamo due giovani dilettanti che esprimono i propri pensieri e turbamenti.
Se ti interessa guardalo!
Complimenti ancora!
Minimal Deus