La Suite Vollard di Picasso
“La propensione di Picasso per i tratti fuggevoli penetra e converte le cose, producendo esemplari pressoché unici di calcografie lineari… Più di tutti i poeti, gli scultori e gli altri pittori, questo spagnolo ci lascia senza fiato, come un freddo repentino…” (G. Apollinaire). Dopo la sperimentazione dei primi anni del '900, la passione per l’arte incisoria riaffiora prepotentemente negli anni ’30 quando il gallerista Ambroise Vollard gli commissiona la celeberrima Suite Vollard destinata ad una pubblicazione di lusso per una piccola cerchia d’estimatori d’arte. Pablo Picasso s’immerge nell’arte grafica in maniera autonoma sperimentando tutte le tecniche incisorie e stampando da sé le opere. Con la Suite giunge al più gran capolavoro calcografico, conferma ulteriore della sua indiscutibile maestria. Schönemberg lo consacrerà, insieme a Rembrandt e Goya come il più grande incisore dal rinascimento.Realizzata tra il '30 e il '37, la raccolta è stata riunita ed esposta integralmente per la prima volta in Italia grazie alla concessione del Reina Sofia di Madrid.
Costituita da 100 incisioni, la Suite Vollard , si suddivide in cinque differenti tematiche: “El Minotauro”, “La batalla del amor”, “Rembrandt”, “El Minotauro ciego”, “El taller del escultor”, e tre ritratti di Vollard, eseguiti con la stessa matrice ma con differenti tecniche calcografiche. Nella commedia dantesca il “Minotauro”, creatura umana dalla testa taurina, nata dall’unione tra Pasifae ed un toro bianco, simboleggia la matta bestialitade e richiama a prima vista l’ossessione picassiana per i soggetti erotici. Ad un’analisi più approfondita la carica emotiva sprigionata, la pulsione violenta e la forza primigenia della natura, riflettono l’inquietudine destata dagli eventi storici, anticipando alcuni elementi che ritroveremo in Guernica.La stessa carica espressiva è eguagliata nella battaglia dell’amore. Corpi convulsi, rilevati dalle masse muscolari fortemente plastiche, si avvinghiano tra loro contorcendosi. Intensi e drammatici contrasti chiaroscurali atti a rimarcare l’impeto espressivo non compaiono, invece, nella serie “El taller del escultor”, dove attraverso il recupero delle fonti classiche Picasso riflette sul rapporto tra l’artista e la sua opera.
Con segno fluido e dinamico testimonia, attraverso 46 incisioni, la produzione scultorea, compiuta tra la fine degli anni '20 ed il principio dei '30, al centro di pesanti polemiche per l’errata interpretazione di alcuni critici che la definirono come una sorta di tradimento nei confronti dell’avanguardia. L’immediata trasposizione su lastra di sentimenti spesso contrastanti, attraverso la potenza e l’essenzialità del segno, è congeniale a riflettere l’esistenza dell’artista immersa nei drammi della società contemporanea ed in questo caso a definire ulteriormente il linguaggio plastico adottato negli stessi anni.”Come sarebbe possibile non avere alcun interesse per gli esseri umani e rinchiudersi in una torre d’avorio, indifferenti a quella vita che ci viene offerta in maniera così abbondante? No la pittura non è stata inventata per decorare appartamenti. Essa è un’arma d’offesa e di difesa dal nemico” (Picasso)
(r.v. exibart)
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