Mike Giant e Giuliano Sale da Antonio Colombo
“Per me il tattoo non è solo un elemento estetico, ma un’immagine senza tempo eseguita nel rispetto della storia”. Punta di diamante dell’underground e della Street Art californiana, per il leggendario e poliedrico tattoo artist Mike Giant (Upstate, New York, 1971; vive a San Francisco) il supporto non fa la differenza. Che si tratti di pelle, carta, superficie metallica o muraria il trattamento è lo stesso, così come il modus operandi, influenzato dall’arte popolare messicana e dall’illustrazione di derivazione giapponese, in un connubio di stili tra old school, simbologia sacra e avanguardie storiche. Il segno calligrafico, la precisione maniacale e un rigoroso bianco e nero contraddistinguono la produzione di Giant, iniziata quando, appena diciottenne, si misura con graffiti e skateboard, per proseguire come tatuatore, customizzatore di moto e bici e infine manager del suo brand: Rebel8.
Un corpus di disegni e multipli, realizzato appositamente per la mostra d’esordio in terra italiana, è anticipato da un video in loop che lo vede - tra una pedalata e una fumata di marijuana - concretizzare i suoi disegni in una sola seduta, senza pausa ed errore.
Sensibilmente attratto da modelli iconografici archetipici, partorisce femme fatale incorniciate alla Mucka, provocanti pin up tatuate dalla testa ai piedi, vedute urbane di San Francisco, inquietanti angeli della morte, codici tribali, vanitas e memento mori in un mix di misticismo tra sacro e profano, dove lo studio del lettering assume un valore imprescindibile.
Sensibilmente attratto da modelli iconografici archetipici, partorisce femme fatale incorniciate alla Mucka, provocanti pin up tatuate dalla testa ai piedi, vedute urbane di San Francisco, inquietanti angeli della morte, codici tribali, vanitas e memento mori in un mix di misticismo tra sacro e profano, dove lo studio del lettering assume un valore imprescindibile.
Visionario interprete della controversa epoca contemporanea è invece il pittore sardo Giuliano Sale(Cagliari, 1977; vive a Milano), che ha inaugurato il nuovo progetto Little Circusin uno spazio interno alla galleria, riservato a iniziative speciali che coinvolgeranno esordienti e non. Origina da Leonardo e Cranach passando per la Neue Sachlichkeit e il Simbolismo tedesco e approda al fumetto giapponese il linguaggio dell’artista, che indaga le ombre esistenziali, il lato oscuro della natura umana in una società in balia dell’alienazione. L’oblio è la tematica sviluppata nelle sei opere in mostra che l’artista identifica nel Lete, fiume del regno delle tenebre la cui acqua ha il potere di cancellare la memoria e purificare dai peccati, estremo viatico per la beatitudine.
Scava impietoso nell’animo umano, nella precarietà dell’esistenza, nella malattia e nella follia, dando vita a borderline, anime dannate che vagano nell’oblio all’affannosa ricerca della redenzione. Al di fuori di uno spazio temporale, tra cieli plumbei e distese marine tenebrose, animali malnutriti e personaggi ambigui, talvolta segnati da tratti somatici stranianti, vanno inconsapevolmente incontro all’incombere della catastrofe. Subdolo pericolo imminente, incarnato dal punto rosso sospeso in cielo. Ingannevole attrazione per un’umanità al limite della sopravvivenza.
Scava impietoso nell’animo umano, nella precarietà dell’esistenza, nella malattia e nella follia, dando vita a borderline, anime dannate che vagano nell’oblio all’affannosa ricerca della redenzione. Al di fuori di uno spazio temporale, tra cieli plumbei e distese marine tenebrose, animali malnutriti e personaggi ambigui, talvolta segnati da tratti somatici stranianti, vanno inconsapevolmente incontro all’incombere della catastrofe. Subdolo pericolo imminente, incarnato dal punto rosso sospeso in cielo. Ingannevole attrazione per un’umanità al limite della sopravvivenza.
Come posso contattare Giuliano sale?
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