Luci e ombre di Pino Musi
Si apre con quel che
rimane dei doppi cartelli turistici dell’Asinara: da una parte una pagina
bianca illeggibile poiché consumata dal tempo, dall’altra una pagina scura con
ancora impresso il codice Braille. Il progetto fotografico di Pino Musi che
annulla il contrasto tra luce e oscurità in Sardegna.
Sottotraccia
è il risultato di una residenza sull’isola in due tempi: cinque giorni a giugno
all’Asinara e due settimane a settembre nel Sulcis. Due poli opposti per una
riflessione sulle tracce dei processi di trasformazione della Sardegna. In
perfetto equilibrio tra luce e tenebre. La luce abbagliante che investe l’isola
dell’Asinara e il buio profondo delle miniere del Sulcis Iglesiente.
Le
43 fotografie in bianco e nero, scevre da quell’aurea di degrado e abbandono
che ha da sempre contraddistinto queste zone, rivelano un’attitudine a cogliere
l’essenza dell’immagine. Ciò che di poetico è andato perduto, ristabilito da
quel segno sintetico e rigoroso che scaturisce dal buio e viceversa, in quei
luoghi dove ora la natura si fa largo recuperando i propri spazi.
Dalle
colline di scorie rosse a Monteponi, alle torri della miniera di Serbariu a
Carbonia. Dalle teorie di porte e finestre degli edifici abbandonati di
Cortoghiana e Bacu Abis che si aprono rigorosamente allineate, a ciò che rimane
delle strutture del carcere di massima sicurezza. Fino agli scorci dei cantieri
minerari sul mare di Buggerru, Cala Domestica e Masua. Nelle foto di Pino Musi
tutto concorre a recuperare uno sguardo che scandisca l’evoluzione dell’isola e
il passaggio dell’uomo nel corso del tempo.
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