Zone parallele Capitolo IV - Silvia Argiolas e Giuliano Sale



Teen agers rubate dalle pagine di riviste patinate, intercettate da siti internet apparentemente innocui che sconfinano nella perversione, assumono pose maliziose e stereotipate con l’abilità di chi riesce ad imporre l’arte della persuasione celata da ingenuità e candore. Melany, Jade, Tiffany, Amber, Jasmine sono baby lolite dagli occhi ammaliatori e dagli atteggiamenti ambigui che dal limbo preadolescenziale sono precocemente proiettate nell’età adulta da esperti manipolatori di marketing. Silvia Argiolas indaga una società al limite della decadenza, satura d’inquietanti pubblicità che esplicitano sessualità acerbe di un’infanzia scevra da innocenza e spensieratezza. L’innocua e mitica Barbie è rimpiazzata dalla procace Bratz e il tenero gatto di Hello Kitty è grottescamente trasfigurato a rappresentare il male recondito in una cornice dagli echi manga e dalle sferzanti atmosfere psichedeliche anni settanta.
Crescono, si moltiplicano ed evolvono i carmini Spinky di Giuliano Sale. Immersi in ambientazioni vagamente bucoliche assumono l’aspetto di fauni ingannatori. Esseri dai corpi sfatti ed opulenti rapiti da aggressività ed istinto animalesco, sinistri ermafroditi specchio di incessanti manipolazioni genetiche, individui lacerati dalla malvagità e svuotati da ogni parvenza spirituale si muovono in un universo visionario fatto di tenebre ed infernali paesaggi. Con spietato cinismo l’artista scandaglia il delirio esistenziale di esseri alienati, gli orrori di una torbida umanità destinata all’autodistruzione, fagocitata dalla più cruda degenerazione e inconsapevole dell’inevitabile ed imminente fine.

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