Nova Express di Riccardo Camboni
S’ispira al libro più politicizzato di William Burroughs, uno tra i più visionari della letteratura mondiale, la mostra di Riccardo Camboni “Nova Express”. Capolavoro che decreta la nascita del cyberpunk, atto d’accusa nei confronti della società post bellica, racconta della minaccia apocalittica di una nebulosa che invade la terra per sottoporla al più totale controllo tramite parassiti alieni che si avvalgono di messaggi subliminali e contraddittori. Al potere Agenti Nova hanno l’incarico di eliminare il dissenso con l’uso stupefacenti, di creare conflitti ed esasperare il caos. L’Apocalisse è imminente. Burroughs mi ha offerto un monito preciso e profetico sulle derive della società contemporanea dove vi è un crescente controllo sociale, omogeneizzazione culturale e individualismo sfrenato. Ho tentato, trasformando la parola in immagine figurata, di mettere a nudo, in queste opere, le contraddizioni della società contemporanea che ci avviluppano in un vortice di tensioni tra disperazione, speranza e volontà d'azione sovversiva.
L’approccio alla pittura di Riccardo Camboni è un atto di ribellione. Le sue opere sono esercizi di caustica critica sociale, veicolo di mordace denuncia politica e condanna di bieche dinamiche di controllo e manipolazione. Tra sacro e profano l’artista restituisce una realtà spiazzante, corrotta e imputridita non molto dissimile da quella attuale. Si dichiara figlio del Modernismo rigorosamente avverso all’individualismo del Postmodernismo e concepisce la pittura come esigenza psicofisica, strumento d’indagine di una società massificata informe e alienata.
Costante nell’opera di Riccardo Camboni è il pattern maculato come fashonizzazione del male più estremo, incarnazione della bestialità umana e della sua istintività più brutale. Con una buona dose di ironia e cinismo l’artista ci rimanda a dinamiche destabilizzanti, a soggetti dissacranti e irriverenti, a riferimenti iconografici stratificati che dalla cultura di massa pop approdano a codici della storia dell’arte e dell’immaginario collettivo passando per il Surrealismo e offrire una prospettiva unica sulla realtà. I cromatismi accesi individuano maestri del passato come Van Gogh, Gauguin e il Pontormo e non tradiscono influenze scaturire dall’illustrazione e dalla fumettistica.
Così come Burroughs è sovvertitore della parola Riccardo Camboni lo è della pittura. Evitando di cadere nell’intimismo, cerco di mostrare ciò che genera lo stato capitalista di una società arrivata al tracollo. L’emozione che procura porsi di fronte alla realtà sociale come sua critica e negazione. Distruzione e costruzione sono nella rivoluzione, identiche. Ogni stimolo distruttivo è uno stimolo costruttivo.
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