Licheni. Il festival queer
A Sant’Agata sul Santerno, provincia di Ravenna, si è svolta, a inizio settembre 2024, la terza edizione del Festival Internazionale dell’Ecologia Queer e della Decrescita dal titolo Licheni, ospitato dal CSA Terrestra, progetto degli artisti Enrico Corte e Andrea Nurcis, in collaborazione con Silvia e Cristina Patuelli. Licheni nasce dalla fusione di due festival precedenti – Alt Shift, che si è svolto a Vienna nel 2022 e Metamorfosis, con sede a Barcellona, avvenuto nel 2023 – grazie alla collaborazione di una serie di collettivi queer, transfemministi ed ecologisti provenienti da diverse città europee. Per entrare nel vivo della manifestazione, abbiamo discusso direttamente con gli stessi Enrico Corte e Andrea Nurcis.
Il titolo Licheni è un’efficace metafora per rappresentare la lotta eco-queer, per via della natura imprevedibile e in perenne cambiamento di questi organismi simbiotici, portatori di rischi per l’equilibrio dello status quo. In previsione di costruire nuovi spazi più sicuri per le persone queer e diffondere l’ambientalismo locale, alcuni attivisti di nazionalità italiana hanno scelto di far confluire il progetto nella CSA Terrestra con l’obiettivo di “affrontare le attuali tematiche ecologiche e del cambiamento climatico in un’ottica il più possibile inclusiva e non inquadrabile nella cosiddetta gender-conformity. Creare spazi accoglienti per condividere idee, esperienze e pratiche. Ospitare espertə e attivistə per condividere le loro lotte e prospettive per il futuro, nell’aspirazione a una auspicabile giustizia sociale, ambientale e climatica e celebrare il legame col territorio, incoraggiando i partecipanti a connettersi con le lotte e problematiche delle varie località ospitanti il Festival”. È questo quanto dichiara Enrico Corte.
Nel parco agricolo in cui si è svolto il Festival, hanno sede un’associazione culturale e la CSA, acronimo di Comunità che Supporta l’Agricoltura, ideate con la finalità primaria di creare un dialogo tra arte contemporanea e agroecologia. Grazie a un progetto di agricoltura organica rigenerativa “la CSA conta oggi una sessantina di socie e soci che hanno sottoscritto un patto di mutuo sostegno al di fuori delle leggi del mercato, percorrendo strade inedite di sostegno comunitario e non belligeranza nei confronti dell’ambiente e dei suoi viventi. L’associazione culturale ha organizzato nel corso degli anni una serie di eventi, soprattutto concerti e presentazioni di libri”, spiega Andrea Nurcis.
Nella tre giorni 2024, hanno avuto luogo conferenze, concerti, performance teatrali, dj set, pranzi e cene sociali e una serie di laboratori con presenze internazionali. Tra gli eventi vi è stato anche un panel, tra arte e fluidità di genere, di Corte e Nurcis dal titolo NSFW – Not Safe For Work. “Si tratta di un incontro incentrato sul nostro lavoro degli ultimi anni e sulle opere che stiamo elaborando in questo momento. Questo è avvenuto tramite proiezioni a parete di immagini di opere e con un dialogo informale con chiunque volesse interloquire con noi. La selezione delle immagini delle nostre opere è stata fatta in base alla loro attinenza con le tematiche del Festival, cioè la queerness e la fluidità di genere, di identità e di linguaggi: tematiche che si adattano perfettamente a ciò che è stata la nostra visione, la nostra sensibilità e il nostro approccio a forme e materiali fin dall’inizio del nostro lavoro, assai prima che tali tematiche diventassero trend topics” tiene a precisare Enrico Corte. Prosegue dicendo che “come impostazione generale stabilita dalle persone che hanno organizzato il Festival, tutti gli ospiti italiani hanno parlato nella loro lingua madre ed è quindi stata prevista la presenza di una traduttrice simultanea in inglese”.
Il Festival è stato anche l’occasione per presentare al pubblico un nuovo spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea, che aprirà i battenti a breve all’interno del parco agricolo CSA Terrestra. Andrea Nurcis ce ne ha illustrato gli obiettivi in anteprima: “sarebbe meglio definirlo come spazio sperimentale per l’arte contemporanea, perché non si tratta della classica galleria commerciale. Esso nasce dalla ristrutturazione di un ampio locale all’interno del parco agricolo. È uno spazio neutro con una buona illuminazione e tre porte-finestre che si aprono sul bel paesaggio della campagna romagnola. Il nostro intento è creare un ponte con gli Stati Uniti, anche grazie alla collaborazione con due curatrici americane con curricula di tutto rispetto. Si prevede di invitare artistə che riterremo interessanti, senza pregiudizi di età; e pensiamo anche a un “laboratorio” in cui l’arte si confronti col lavoro di persone che operano negli ambiti della filosofia, della biologia, dell’attivismo del clima e della liberazione animale”. Conclude Enrico Corte: “intendiamo fare un numero molto limitato di mostre all’anno e di sicuro prevediamo un’informazione in rete e sui social molto dettagliata sugli eventi che organizzeremo, in modo che, anche chi non potrà viaggiare fino a qui, avrà modo di vedere immagini e testimonianze audio-video sulle varie mostre e iniziative”.
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