Limites Y Colores - Nostra Sanctissima
…Per sempre hai richiuso qualche porta
E c’è uno specchio che ti attende invano
Il crocevia ti sembra troppo aperto
Ma v’è vigile il quadrifronte Giano…
S’ispira ai versi di “Limites” di Jorge Luis Borges, la produzione ultima del collettivo Nostra Sanctissima, al secolo Giovanni Coda e Carla Pisu. Sodalizio nato nella prima fase dell’epoca pandemica quando, relegati nelle nostre case, abbiamo dovuto ancorarci alle nostre passioni, ossia a ciò che ci ha consentito di sopravvivere all’inferno sulla terra. E così è stato anche per i due autori.
É la tematica del tempo e della caducità della vita, quella affrontata dal poeta, dei sui limiti che paradossalmente rendono l’esistenza unica e preziosa. E di fugacità esistenziale sono intrise le opere dei Nostra Sanctissima. Dalle porte murate, metafore dei limiti imposti dal tempo alla nostra vita, alle finestre aperte sull’infinito, il cui significato è sovvertito dai segni della devastazione data dai vetri rotti. Sono elementi di archeologia industriale provenienti da Portoscuso, Giba e Carbonia, luoghi dove Giovanni Coda ha girato “Il rosa Nudo” e “La sposa nel vento” e che appartengono alla collezione fotografica “Logus”.
Come in un gioco di specchi gli elementi si frammentano, si moltiplicano, si sovrappongono e dissolvono. Tutto si deforma e sovverte capovolgendo la realtà e trasformandola in labirinti che si moltiplicano. Una visione simultanea trasfigurata e potenziata dall’elaborazione mediante cromatismi dai toni accesi, fluorescenti e stridenti. Icone restituite alla maniera pop, cifra stilistica che ha contraddistinto l’opera di Andy Warhol. A porte e finestre si accostano i fiori: gerbere e girasoli. Nature morte riprodotte all’infinito s’impongono allo sguardo dello spettatore alludendo a questa nostra effimera e precaria esistenza terrena.
Commenti
Posta un commento