Le agglomerazioni di Janaina Mello Landini



La personalissima visione del mondo di Janaina Mello Landini che utilizza le corde come luogo di relazioni, come metafora del tempo e dell’interconnessione tra l’umanità e il mondo...

Più fili uniti tra loro formano un trefolo, più trefoli intrecciati danno vita a una corda. Janaina Mello Landini (São Gotardo, 1974) muove dal processo inverso per le sue creazioni: corde in continua tensione che si snodano per diramarsi e invadere grandi superfici. La sua è una ricerca intrapresa da oltre sei anni che ha battezzato con un termine di sua invenzione: Ciclotrama. Un connubio che evoca l’idea di intreccio ed evoluzione rimandando al concetto dell’inevitabile scorrere del tempo.
L’artista attinge agli studi di dinamica di Leonardo per trasformare la corda in architettura che si pone in stretto dialogo con la natura. Nascono strutture che simulano forme organiche come rami, intricate radici ma anche ragnatele finemente tessute o labirinti dove il rischio è di rimanere intrappolati. Ciclotrama è il pretesto per esplorare le infinite possibilità dell’individuo durante la sua esistenza, ma è soprattutto una metafora dell’interconnessione tra l’umanità, la società e il mondo nel suo complesso. 
Se nella prima esposizione cagliaritana l’artista ha optato per un site specific monumentale, è stata ora la volta di rimpicciolire e introdurre piccole superfici telate che accolgono le corde destrutturate con maniacale precisione. Per dirla con il curatore Efisio Carbone:è il filo di Arianna che si dipana in mille percorsi dichiarando, in senso nietzschiano, l'assenza e l'impossibilità, da parte della parola, di raggiungere la verità.”


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