Intervista a Daniele per "Come Alberi la Notte"




Chi è Daniele Serra?
Ho 39 anni, vivo a Cagliari con una moglie e tre gatti, da 8 anni il mio mestiere è l’illustratore. 

Com’è nata la tua passione per l’illustrazione ed il fumetto?
Fin da piccolo ho amato disegnare e sono sempre stato sostenuto in questo dalla mia famiglia, soprattutto da mio padre che mi ha invogliato ad amare in modo particolare i fumetti. 
Probabilmente i momenti in cui ho avuto la sensazione che mi sarebbe piaciuto lavorare come disegnatore è stato quando scoprii i libri d’arte di mio nonno, e quando vidi alcuni quadri classici del Rinascimento che mi turbarono in modo particolare, rimasi affascinato dall’idea di poter esprimere attraverso il disegno sensazioni così intense. Lo stesso vale per il fumetto, ho sempre letto fin da piccolo molti fumetti di tanti generi diversi, sia italiani che stranieri, e anche in questo caso percepivo una magia nel vedere le immagini e i segni. Questi fatti, uniti al piacere per il disegnare, mi hanno portato fino al punto di credere fermamente di volerne fare una professione.

Da cosa scaturisce la tua rigorosa concezione dell’uomo come parte integrante della natura, che è anche il leit motiv della mostra?
Deriva dall’amore per tutto ciò che riguarda il romanticismo e in generale dalla concezione della natura come elemento sovrastante, legata all’idea di sublime, che penso venga incarnata nel miglior modo possibile nei dipinti di Friedrich. Questa idea di essere umano e natura in un continuo equilibrio instabile perenne. Da ciò, una visione della Natura come elemento di cui l’uomo non può fare a meno, costretto a subirne la potenza, rimanendone allo stesso tempo affascinato.

Cosa ti attrae del mondo che ti circonda?
Penso di essere molto attratto dalle storie che stanno dietro a ogni persona. Capita spesso, quando sono in giro e vedo persone che non conosco, di immaginarmi le situazioni che li hanno portati a vestirsi con un certo stile, parlare in un modo o comportarsi in una determinata maniera. Più che le cose che mi circondano, mi attrae ciò che le cose riescono a provocare a seconda delle situazioni e degli stati d’animo. Posso amare o odiare qualsiasi cosa che mi circondi in relazione a come in quel momento mi appaia. 

Parlami dei tuoi modelli riguardo l’illustrazione ma anche il cinema e la musica.
Ho tantissimi modelli e maestri di riferimento per quanto consiste l’illustrazione e la pittura in generale, a partire da Bosch e Bruegel, passando per Rembrandt, Goya, fino ad arrivare ai Preraffaelliti, all’Impressionismo e al Simbolismo. Per quanto riguarda il 900 ci sono stati molti illustratori e fumettisti che sono stati fondamentali nella mia crescita artistica, da Dino Battaglia, Sergio Toppi, fino ad arrivare a Frank Miller, Mignola, e George Pratt. In definitiva mi piace molto il fantastico, anche nell’ambito della letteratura e del cinema  sono molto legato a tutto ciò che riguarda l’aspetto più mistico e onirico delle cose. Sono un grande appassionato di film horror vecchi e di cinema asiatico. Mi piace la letteratura gotica e autori come  E. T. A. Hoffmann, Shirley Jackson. Un'altra arte che reputo molto importante per la mia ispirazione è la musica, che mi accompagna da sempre mentre disegno. 

Interpretare l’immaginario altrui non è cosa facile, quali sono i pro e i contro quando ti viene commissionata l’illustrazione di una pubblicazione preesistente?
Sicuramente il lavoro dell’illustratore è un lavoro per certi aspetti complicato, quando si lavora su commissione non si ha la libertà che si può avere lavorando su qualcosa di totalmente proprio; inoltre l’illustrazione finale deve essere approvata da una persona esterna, dall’editore, di conseguenza penso che l’aspetto più difficile del mio lavoro sia dover creare immagini che possono non essere nel mio immaginario ma che comunque devono funzionare al meglio. Questo per certi versi è frustrante, perché i risultati ottenuti potrebbero non essere quelli sperati, ma allo stesso tempo è una sfida importante perché permette di migliorarsi in continuazione e di non fermarsi mai su determinati schemi figurativi. Oltre all’aspetto prettamente artistico, in questo lavoro subentrano altri fattori che spesso sono determinanti per riuscire a lavorare in questo campo, vale a dire la capacità di confrontarsi con un cliente, di rispettare le scadenze, e riuscire a trovare un equilibrio tra quello che si vorrebbe ottenere e quello che effettivamente si è capaci in quel momento di realizzare. Nel corso degli anni ho capito che sono aspetti di importanza quasi pari al valore artistico dell’opera.  

A quale fenomeno attribuisci la tua notorietà all’estero inversamente proporzionale a quella nazionale?
Spesso mi si pone questa domanda, e sinceramente non so mai come rispondere. Infatti fin dall’inizio della mia carriera ho sempre mandato il  portfolio sia in Italia che all’estero, ma le proposte di lavoro sono sempre venute da paesi esteri. Magari è solo una coincidenza, o magari lo stile che utilizzo, forse anche per ragioni culturali, in Italia non è particolarmente in voga  in questo momento. Ad ogni modo, devo dire che essendo l’illustrazione un’arte visiva universale, grazie ad internet è veramente semplice lavorare in qualsiasi parte del mondo. Quindi in fin dei conti lavorare in Italia o all’estero non cambia molto tecnicamente, grazie a internet ho sempre come base la mia casa per lavorare.

Nel 2012 conquisti il British Fantasy Award e il This is Horror Award, confermato nel 2015. Ora a cosa miri?
Premetto che non sono un grande amante dei premi in ambito artistico, però non posso negare che gli ultimi mi hanno dato la possibilità di farmi conoscere maggiormente e raggiungere un pubblico più vasto. Sono stati inoltre un’occasione di scambio e incontro con altri disegnatori e scrittori con i quali sono nate nuove collaborazioni. In definitiva al momento più che un premio miro a cercare di migliorare notevolmente il mio stile. Mi sento molto lontano da quello che vorrei riuscire a fare, quindi credo che il premio maggiore sia quello che potrei darmi io stesso, cercando di essere soddisfatto del mio lavoro. 

Com’è nata la collaborazione con Todd Williams per Cell, trasposizione cinematografica dell’horror distopico di Stephen King?
Circa due anni fa sono stato contattato dai produttori di Cell, un film americano diretto da Todd Williams, il regista di Paranormal Activity 2 e interpretato da John Cusack e Samuel L. Jackson. Erano interessati alle mie illustrazioni, volevano utilizzarle come scenografie della casa di John Cusack che nel film interpreta il ruolo di un disegnatore. Tutto è nato in maniera molto inaspettata, infatti non conoscevo nessuno della produzione e il fatto che mi abbiano contattato è stato per me fonte di molta gioia e soddisfazione, ho sempre considerato Stephen King un punto di riferimento, quindi poter in qualche modo partecipare a una trasposizione cinematografica di una sua opera e poi poterla andare a vedere al cinema è stata veramente una grande emozione. 

Come illustratore con quali case editrici collabori? E come fumettista?
Come illustratore collaboro con molte case editrici americane e inglesi che si occupano in particolare di libri horror e di fantascienza. Tra le principali ci sono Dark Region Press, Cemetery Dance, PS Publishing, Weird Tales Magazine e molte altre. Per quanto riguarda i fumetti, nel corso di questi anni ho collaborato con DC Comics,  Image Comics, Boom! Studios, Titan Comics, SST Publishing,  e in Italia Guanda e BD edizioni. 

Il tuo sogno nel cassetto.
Continuare a lavorare serenamente come illustratore, avendo la possibilità di realizzare alcuni progetti che sogno da sempre: per esempio un libro illustrato di Lovecraft e una graphic novel di Batman.   

E i progetti per il futuro?
Ci sono due lavori che ho iniziato e sui quali continuerò a lavorare nel prossimo futuro, sono i fumetti di Hellraser e Dark Souls,  in più alcuni libri illustrati, illustrazioni per copertine di libri,  e spero alla fine del 2017 di far uscire un nuovo artbook.

Roberta Vanali


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