Iconografia di San Sebastiano


Vissuto tra Francia e Spagna tra il III e il IV secolo d. C., subì il martirio sotto Diocleziano e nonostante sia raffigurato legato ad una colonna per essere infilzato dalle frecce che gli lacerano le carni, lo strumento del Martirio è il bastone seguito dall’annegamento in una cloaca. L’iconografia di San Sebastiano inizia a diffondersi nel VI secolo ed è proprio a questo periodo che risalgono le più antiche rappresentazioni, ovvero nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna e in quello di San Pietro in Vincoli dove è raffigurato come un anziano togato con barba e baffi e in mano la corona del martirio. Le successive trasposizioni lo vedono invece come un giovane imberbe legato a una colonna e trafitto da frecce come per il Mantegna. E’ invece legato a un albero e coperto solo da un drappo per Botticelli e il Pollaiolo.


Memling lo rappresenta con gli abiti in broccato per terra, e in ciò che rimane del polittico di Isenheim, Grunewald lo accosta alla colonna coi piedi sopra uno zoccolo marmoreo e la solennità di una statua classica. E se il Sodoma lo femminilizza e gli pianta una freccia alla gola, Guido Reni ne dipinge diverse versioni. E’ proprio tra la fine del 500 e l’inizio del 600 che il dolore scompare dall’espressione del santo per dar spazio all’estati, caratterizzata dallo sguardo languido rivolto al cielo come simbolo di forza e fede che vincono sul dolore. Inusuale la rappresentazione di Ludovico Carracci mentre viene gettato nella cloaca e quella di George de La Tour che lo distende per terra per essere curato da Irene.










Redon lo inserisce in un paesaggio gioioso, Kubin lo avvolge nel filo spinato, Shad e Solokov lo scompongono alla maniera cubista e Shiele lo veste con abiti moderni. Intanto col passare del tempo si trasforma in icona gay ad opera di Dannunzio che nel “Martyre de Saint Sebastien” lo descrive come favorito dell’imperatore. Idea ripresa da Jarman per il film Sebastiane. In Jannis Tsarouchis l’omosessualità è più esplicita così come nelle opere di Coniglioviola, di Mapplerthorpe in versione bondage e di Samuel Fosso che lo vuole di colore. E se Luigi Ontani ne sfrutta l’immagine tradizionale nel corso della sua carriera così come Pierre et Gilies, Bruce Weber lo rende protagonista della campagna pubblicitaria di Versace e i Rem lo scelgono per il video di Losing my religion




















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