Interviews: Yumemiru Hito


L'immaginario fantastico di un giovane artista giapponese che si esprime attraverso la grafica d'impostazione manga, con innesti occidentali, per confluire nella corrente kawaii. Senza mai rivelare troppo della propria personalità in quanto è consentito solo ai suoi "teneri" personaggi parlare del proprio autore

Non ami parlare di te né del tuo percorso artistico, perchè?
Per quanto riguarda il riserbo sulla mia persona è un gioco ed un divertimento ma anche il desiderio di non portare la mia quotidianità in un mondo di fantasia pura. Fin dal primo momento che ho iniziato a creare personaggi, ho voluto che la mia persona rimanesse in ultimo piano, misteriosa ed evanescente, in bilico tra realtà e fantasia; desideravo che l’accento, l’interesse e la curiosità fossero posti unicamente sui miei personaggi, sulla loro fantasia, sulla loro originalità. Pur amando comunicare ed interagire preferisco riservare questo mio essere alla sfera personale lasciando nella sfera artistica che siano i miei personaggi ed i miei colori ad esprimersi. Mi piace solo l’idea che il nome Yumemiru Hito venga associato ad un certo stile e a certi personaggi, per il resto ognuno può solo immaginarlo come vorrebbe che fosse.
Per quanto riguarda il mio percorso artistico direi che possa riassumersi unicamente nella storia di un sogno ostinato e di una perdurante passione che è andata di pari passo con un percorso professionale eclettico e ben lontano dall’arte visiva. Due strade percorse contemporaneamente e parallelamente per lungo tempo prima che si potessero incrociare. Il mio è un percorso artistico maturato prima di tutto interiormente come consapevolezza delle potenzialità e che solo di recente, grazie anche all’assenso e alla curiosità dimostrata a più livelli, ha raggiunto la giusta maturità stilistica per sbocciare.

Che importanza hanno le radici culturali nella tua poetica?
Le radici culturali non hanno una particolare importanza dal momento che il mio stile è un crogiolo, un mix, un calderone di stimoli visivi, di fascinazione occidentale, di elementi orientali rielaborati e ricreati attraverso la mia fantasia.

Qual è la tua posizione nei confronti della società contemporanea?
Con rammarico, rassegnazione ed una certa indignazione sono lo spettatore di un disfacimento che investe ogni ramo socio-economico. Corruzione, avidità, prevaricazione umana e militare, mancanza di senso sociale, razzismo, incapacità di comunicazione, perdita di rispetto e valori importanti, egocentrismo e superficialità sembra che contraddistinguano la nostra società; non tutti ne sono coinvolti ma sembra che questo virus colpisca in molti. La nostra società tende, inoltre, a cancellare gli aspetti della fantasia, dell’immaginazione, della meraviglia, relegandoci in un mondo freddo, scuro, asettico e monistico.
Personalmente mi mantengo ottimista e positivo e con un atteggiamento aperto e fiducioso.
Credo nell’importanza della comunicazione, nel supporto reciproco, nei valori positivi, nel rispetto umano, nella consapevolezza che la varietà e la differenziazioni rappresentino una ricchezza per il corpo sociale. Come un bambino con occhi innocenti mi stupisco ed emoziono ancora di cose piccole e meravigliose e mi piace pensare anche che ci sia magia dentro di noi ed intorno a noi, la magia che nasce dall’incontro vero e profondo delle persone, che si comprendono, si aiutano a superare anche le peggiori difficoltà, la magia nel saper apprezzare le cose piccole, e semplici.
Questa è la mia nicchia personale all’interno di una società difficile e sicuramente respingente, una nicchia aperta a tutti coloro che possano sentire come me.

Hai delle gallerie di riferimento?
Essendo entrato da poco tempo nell’ottica di condividere le mie immagini ed il mio mondo, al momento, non ho alcuna galleria di riferimento anche se ne ho vista qualcuna che potrebbe essere interessante. Tuttavia non penso ad una mostra o esposizione personale come un semplice mettere dei quadri alle pareti da ammirare.
Questa visione statica non mi piace, da tempo penso a qualcosa di vitale e sorprendente al tempo stesso, di enfatico ed intimistico, in cui musica ed immagini possano completarsi guidando e avvolgendo lo spettatore con sensazioni diverse. Si tratta solo di superare la mia pigrizia innata per poter esporre nel modo che mi piace.

Cosa puoi raccontarmi dei tuoi personaggi?
Piccoli, teneri, coccolosi, variegati, colorati, sognanti, ognuno con la propria storia ed il proprio modo di essere, un mix di occidentale ed orientale, questi sono i miei personaggi. Non ne ho uno preferito perché sono veramente numerosissimi, talmente tanti che non so nemmeno quanti ce ne siano. Quando vengono alla luce per me è sempre una sorpresa dal momento che non so mai come saranno, di certo quello che so è che esprimono completamente il mio modo di essere e di sentire e lo completano, tanto sono complicato io di natura tanto sono diretti loro.
Graficamente sono molto semplici ed essenziali e proprio per questo capaci di parlare direttamente al cuore delle persone, grandi e piccole che siano.
Attraverso i miei personaggi, vorrei poter suscitare un sorriso nei bambini e ricordare agli adulti, anche solo per un attimo, che esiste tutto un mondo di fantasia e di immaginazione che spesso la nostra società tende ad accantonare. Vorrei che guardandoli si potesse semplicemente dire "Oh che carino!" e per un solo istante tutti i pensieri brutti potessero fuggire via.
Ognuno di loro rappresenta un frammento di me, ognuno di loro è un dono per quella persona, in qualunque parte del mondo, che potrà apprezzarli, ognuno di loro è un messaggio di serenità, di allegria e fantasia.

Credi sia stato compreso il tuo modo di esprimerti?
Direi di no fino a tempi recentissimi. Purtroppo lo stile kawaii e giapponese in generale è sempre stato guardato in Occidente con sospetto e nemmeno considerato una forma d’arte, mentre in Oriente sarebbe stato come portare i vasi a Samo.
In un mondo commerciale governato da Beatrix Potter e da uno stile inglese tradizionale non c’era, tendenzialmente, nessuno spazio per uno stile come il mio che di inglese non aveva nulla. Nessuno in Occidente investe su qualcosa di innovativo, specialmente quando la tendenza del mercato va in una direzione del tutto opposta. Grazie anche al successo strabiliante di Pucca in Occidente, di recente il mio stile ha iniziato a suscitare interesse e ad essere riguardato con maggiore curiosità anche in settori propriamente commerciali, quegli stessi che avevano guardato i miei personaggi con un certo scetticismo iniziale.

C'è qualcosa che vuoi aggiungere per concludere l'intervista?
Certo. Un invito rivolto a chiunque mi leggerà o guarderà i miei disegni o si soffermerà sul mio percorso. Un invito a credere sempre e comunque nei propri sogni, a non perdere la fiducia nelle proprie possibilità, anche quando tutto sembrerà andare storto. Mantenendo la forza, la passione e la forza di volontà, prima o poi tutti i sogni si realizzeranno. C’è tutto un mondo di possibilità che attende solo di essere scoperto e colto…


Yumemiru Hito fin da piccolo manifesta la passione per il disegno ed il colore e crea mondi e personaggi immaginari che rimangono tuttavia un segreto personale, una avventura artistica del tutto intimistica. Attinge dall’oriente e dall’occidente a piene mani, rielabora personaggi e stili fino ad arrivare ad uno stile kawaii estremamente personale ed originale.
Essendo del tutto immaturi i tempi, percorre una strada parallela che lo porterà in una altalena, da uomo di legge a redattore radiofonico pur mantenendo intatta la passione per il disegno. Negli ultimi anni si è riappropriato della propria passione proseguendo il percorso definitivo di grafico e web designer e riscoprendo le proprie personali e reali attitudini.
Solo di recente, grazie anche all’interesse dell’occidente per l’oriente, ha proposto le sue immagini ed il suo stile destando curiosità e riscontri positivi. Non ha ancora partecipato a mostre, non crede nelle mostre collettive ma solo in esposizioni personali che sfuggano al concetto statico tipico delle esposizioni. Attualmente, oltre al lavoro di grafico free lance, collabora con lo studio grafico Kennedy e con Designbank che svolge funzione di mediazione per la vendita delle immagini all’estero ed insieme ad amici e colleghi si appresta a lanciare il progetto Cherrysky per l’image licensing di immagini originali dal gusto prevalentemente kawaii.

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