Andar per mostre a Cagliari?

Non é consolante vedere la città retrocedere, invece che progredire, in materia d’arte contemporanea specie se consideriamo la rinascita che ottimisticamente si prospettava circa un anno fa. Tante mostre, questa primavera, si è vero, ma quante di queste sono appena valide, specie se poste a confronto con il panorama artistico nazionale? Ad iniziare dalla personale di Alessandro Biggio, che rientra nella rassegna Altrarte (Exmà), dove ciò che colpisce è la posizione fortemente anacronistica dell’artista, per non parlare dell’allestimento. È proprio quest’ultimo ad emergere invece, in quanto particolarmente caotico e claustrofobico, nell’affollatissimo Gemine Muse (Museo d’Arte Siamese), giunto alla seconda edizione e curato anche quest’anno da Alessandra Menesini. Talmente confusionario da non dare spazio alle poche interessanti interpretazioni realizzate da Giulia Casula, Alessio Onnis e Marina Scardacciu, mentre si distinguono per banalità ed incoerenza con la tematica l’opera di Fabio Melosu e quella di Valentina Cadelano.
Godibile a prima vista l’esposizione pittorica di Chiara Demelio (Spazio LI XI) ma ad uno sguardo più attento si percepisce che non è tutta pittura quella che luccica, ma che questa si limita a pochi interventi a ritoccare elaborazioni digitali che tutto sommato non dispiacciono per scenografia ed attualità della rappresentazione. Da non sottovalutare invece la presenza in città di alcuni spazi, come appunto lo Spazio P che offre la possibilità di esporre gratuitamente - è il caso di puntualizzare dato che a Cagliari si tratta perlopiù di affittacamere - ad artisti emergenti e non, ed il piccolo spazio neonato S’Umbra, dedicato esclusivamente alla fotografia.
In conclusione a Cagliari ci destreggiamo tra spazi spesso fatiscenti ed a pagamento, tra perfetti incompetenti che si spacciano per curatori e pseudogiornalisti per storici dell’arte, con artisti di terz’ordine e pittori della domenica che si compiacciono perché citati su un qualche quotidiano locale. Ed ancora una volta ci ritroviamo ad aspettare che qualcosa evolva… (r.v.)