Abitare il libro
Nata dal progetto di Anna Marceddu in seguito all'incontro con il regista multimediale Francesco Casu e il musicista Romeo Scaccia, operatori della Codex Multimedia, la mostra propone un percorso divulgativo della letteratura sarda attraverso dodici grandi protagonisti. Sergio Atzeni, Salvatore Cambosu, Antioco Casula, Grazia Deledda, Giuseppe Dessì, Antonio Gramsci, Benvenuto Lobina, Emilio Lussu, Michelangelo Pira, Salvatore Satta, Sebastiano Satta e Franco Solinas, sono proposti al pubblico attraverso un particolare itinerario costituito da una postazione in plexiglas, contenente un'immagine fotografica, sintesi della personalità e della produzione artistica di ognuno degli scrittori, collegata ad una pedana lignea raccordata al video di un computer. Definita come una sorta di "pozzo" della memoria, la postazione multimediale dotata di PC e cuffie stereofoniche, arricchisce il profilo artistico degli autori attraverso un sistema di navigazione ipertestuale, costituito da immagini, musiche e testi, all'interno di un contesto vissuto o descritto dai protagonisti.
Il viaggio inizia con un video, contenente un testo autobiografico caratterizzato da una colonna sonora, appositamente composta per ogni singolo autore, che introduce informazioni riguardanti la vita e la produzione letteraria, affidate alla consulenza dei docenti universitari Giovanni Pirodda e Giovanna Cerina. L'iniziativa proposta dall'Università degli Studi di Cagliari e dalla Regione Autonoma della Sardegna, propone un modo innovativo di "vivere" il libro, che non si limiti alla tradizionale lettura, ma che dia l'opportunità di immergersi nel mondo interiore degli autori proposti, attraverso un percorso suggestivo, denso di emozioni coinvolgenti, che annulla il confine tra opera e biografia. Il complesso, erroneamente definito Ghetto degli ebrei, ha finito per occultare il vero nome della Caserma intitolata a San Carlo, che sorse nel 1738, nell'area d'insediamento di una comunità israelitica, presente a Cagliari fino al 1492. Completamente restaurato, ha permesso la riapertura al pubblico nell'ottobre del 2000, in occasione della manifestazione "Cagliari, monumenti aperti" e da allora mette a disposizione i suoi locali per la realizzazione di mostre e congressi."
Abitare il libro" non è l'unica iniziativa presentata nei suoi locali, in contemporanea all'evento prendono posto altre due mostre realizzate grazie alla gentile concessione del materiale proveniente da collezioni private cittadine. Fino al 4 Febbraio le sale del Ghetto degli ebrei ospiteranno Divine bordure, una serie costituita da 19 pezzi eseguiti con la tecnica del filet, di proprietà della famiglia Cabras, realizzati tra la fine dell'Ottocento e il principio del Novecento, nella zona di Bosa. Immagini di devozione è il titolo della seconda esposizione, che presenta una raccolta di immaginette sacre, realizzate a partire dall'Ottocento fino ai giorni nostri, con diversi tipi di materiali che vanno dalla pergamena alla stoffa, e diverse tecniche di esecuzione come l'incisione e la cromolitografia.
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