The Social Gallery



Il Progetto della The Social Gallery nasce a Seattle da una intuizione condivisa tra Giovanni Coda, regista e fotografo Italiano, e Aurora Martin, direttrice del Social Justice Film Festival. Lidea di fondo si basa sulla creazione di uno spazio polifunzionale legato ai temi della giustizia sociale, dei diritti violati, negati, perduti, il tutto filtrato attraverso una prospettiva artistica che si muove come un flusso di coscienza, senza confini né barriere. La Social Gallery viene allestita a Quartu SantElena, nella centrale via Eligio Porcu, cuore pulsante della città, contemporaneamente alla sua gemella la Justice Gallery, in fase di allestimento a Seattle con la quale sono previsti scambi culturali virtuali e fisici, con una maggiore prospettiva nella promozione delle istanze sociali.  

Ho ricevuto l’incarico di curare gli eventi della The Social Gallery che hanno preso avvio con la mostra di Giorgio Russo, fotografo di scena di Coda, il cui sodalizio professionale dura da ben 12 anni, con una selezione di scatti tratti dalla trilogia di genere che contempla Il rosa nudo, Bullied to death e La sposa nel vento oltre a Storia di una lacrima, inno alla vita che affronta il tema dell’eutanasia, tratto dal libro di Piergiorgio Welby Ocean Terminal. E proprio a Welby, che ha combattuto per anni contro l’accanimento terapeutico, abbiamo voluto dedicare il secondo evento con una selezione tra acquerelli, incisioni e una serie di elaborati digitali realizzati con Corel Drow quando la sua condizione fisica si aggrava ulteriormente.

Con l’obiettivo di ricadute positive sul territorio si è deciso di valorizzare con una serie di progetti alcuni giovani artisti residenti a Quartu Sant’Elena, ad iniziare da Davide Gratziu la cui mostra di illustrazione DOUBLE è attualmente in corso. Al centro della sua ricerca emerge una forte attenzione per la fragilità esistenziale, il tema dellidentità in continuo mutare e il superamento dei confini di genere ma soprattutto la soggettività della percezione di se stessi e degli altri. A seguire, nel mese di febbraio, si terrà l’esposizione di Voci dal profondo di Matteo Piccioni, un percorso nella pittura che muove dal lato oscuro dell’esistenza umana e dove l’atto creativo diventa strumento di autoterapia, veicolo per analizzare con spietata ferocia i mali dell’anima.

Il tutto si inserisce nella programmazione del V-art Festival Internazionale Immagine dAutore Exposition” ideato e diretto da Giovanni Coda.  


Articolo pubblicato da Artribune

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