Overlap_Giusy Calia vs Josephine Sassu
Overlap nasce dall’accostamento di due progetti fotografici distinti, dalla giustapposizione di due serie di opere selezionate per analogie esperienziali, stratificazioni temporali e sovrapposizioni mentali, poiché "Il nostro io è costituito dalla sovrapposizione delle nostre condizioni successive. Ma questa sovrapposizione non è immutabile come la stratificazione di una montagna. Avvengono continuamente stravolgimenti che fanno affiorare in superficie strati più antichi", per parafrasare Proust.
È un racconto per immagini attraverso l’autoritratto come strumento di ricerca identitaria, "My live review experience” di Josephine Sassu, che nasce dall’urgenza di tracciare le tappe fondamentali del percorso della propria vita in base alle esperienze, ai sogni, alle paure, ai fallimenti e "all’arte che è, insieme agli umani affetti, la colonna portante della mia esistenza". In quest’ultima eccezionale fatica, che include oltre trecento opere, l’esigenza di una dimensione autobiografica e narrativa ha dato luogo ad un profondo processo di analisi introspettiva orientando l’artista nell’utilizzo di un nuovo medium espressivo: la fotografia. Con l’ausilio di selfie e materiale scovato in rete, ha elaborato una serie di opere che volutamente divergono dall’autoritratto classico a favore di una rappresentazione di matrice pop surrealista dove, in questo frangente, è la contemplazione del mondo dell’arte a farla da protagonista, mantenendo quell’approccio ludico che contraddistingue la sua ricerca. Dal classicismo greco a Böcklin, da Fontana a Duchamp, da Matisse a Sonia Delaunay fino ad arrivare a Magritte. Il tutto con un’abilità di commistione ed influenza reciproca dei soggetti che conferiscono una grande potenza espressiva ad ogni opera.
Scandagliano l’iride moltiplicato di uno stesso individuo, la cui identità non ci è data a conoscere, per intrecciarsi a forme caleidoscopiche e pulsanti e raccontare frammenti dell’anima, le “Tavole Alchemiche” di Giusy Calia, serie di elaborazioni fotografiche in cui convergono elementi concettuali legati all’esistenza individuale per allargarsi alla sfera collettiva, dal momento che "l’occhio conduce ad un intimo discorso, ad un immenso resoconto di quel che ci riguarda nel profondo". Dall’atmosfera surreale e favolistica, che si accosta ad una intensa inclinazione di stampo preraffaellita per confluire in una dimensione romantica di poetica decadente, originano le visionarie tavole sapientemente assemblate. Con una spiccata attitudine alla simmetria e all’armoniosa bellezza senza tempo, l’artista sonda la profondità dell’inconscio. Attraversa la specchio a favore di una prospettiva capovolta per rivelare simboli archetipici, mappe oscure e frammenti esistenziali che si palesano ai nostri occhi. In un tripudio di tinte cariche di luce che dai colori pastello sfumati con delicatezza approdano a valori cromatici taglienti e decisi, volti a rivelare scenari inattesi, ammantati di sacralità e mistero.
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