L'isola di Montecristo Project
Si è recentemente concluso l’ultimo evento ideato dal collettivo Montecristo Project, artisti in veste di curatori che propongono nuove letture di oggetti decontestualizzati servendosi di una piccola isola disabitata e inaccessibile della costa sarda. Dove svetta una delle tante torri aragonesi disseminate nel territorio.
E’ uno dei tanti piccoli isolotti disabitati della Sardegna, quello che il collettivo Montecristo Project (non a caso ispirato al celebre romanzo di Alexander Dumas), al secolo Alessandro Sau ed Enrico Piras, ha destinato a territorio di sperimentazione e ricerca. Fondato sulla decontestualizzazione dell’opera a favore di un’estetica che presuppone la potenza evocativa dell’immagine, il collettivo propone il primo group show, ospitando una serie di sculture, e lo fa attraverso un viaggio immaginario intorno all’isola, tra memoria e futuro.
Collocate in diversi punti e inserite coerentemente in base alle diverse morfologie preesistenti, il collettivo le concepisce come idoli totemici a protezione del territorio ideando un basamento diverso designato ad ognuna delle sculture. E’ straniante l’opera di Alessandro Vizzini che ricorda il teschio di un bue stilizzato e svuotato formalmente, innalzato da un piedistallo che riprende le scanalature di una colonna greca. Sintetico e lineare, quasi un monolite di kubrickiana memoria, è invece il supporto destinato all’opera di Alfredo Rodriguez, scultura vitrea che ricorda la levigatezza e la sacralità delle forme brancusiane. Non dissimile alla base riservata ai leoni della Peugeot montati su plexiglas di Karlos Gil, mentre l’ammasso di forme organiche convulse e penetranti di Carlos Fernandez Pello, che sembrano fagocitarsi tra loro, muove dal terreno per elevarsi mediante una struttura che si presenta come un connubio tra i supporti sopracitati.
Per preservare le opere esposte l’isola è volutamente tenuta segreta, dal momento che per di più non si tratta di un luogo espositivo bensì di una parte integrante del progetto artistico - al quale sono invitati artisti sottovalutati e oramai dimenticati oppure giovani artisti concettuali del panorama contemporaneo - e volta a sviscerare tutte le peculiarità che esaltano l’aspetto sia formale sia concettuale delle opere selezionate.
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