ASYLUM


"Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita." (Alda Merini).



Se nelle antiche civiltà la follia aveva una connotazione mistica, poichè ritenuta derivante dall’influsso di una qualche divinità, nel Medioevo il malato mentale era considerato in preda ad effetti demoniaci pertanto condannato al rogo. Si dovrà attendere il XVII secolo e la nascita della psichiatria perchè questo venga riconosciuto come paziente, nonostante fosse comunque ritenuto inguaribile. I tentativi per riportare i malati ad una condizione vicina a quella che era considerata la normalità fu l’internamento insieme a strumenti terapeutici come salassi, docce gelate, purghe e isolamento. Per arrivare al principio del XX secolo quando furono istituite scienze come psicologia e psicanalisi e introdotti interventi devastanti come lobotomia, shock cardiazolico ed elettroshock. 



E con la sintesi dei primi psicofarmaci, in grado di agire solo sugli effetti della schizofrenia, negli anni Cinquanta inizia a diffondersi l’antipsichiatria. “I pazzi sono le vittime individuali per eccellenza della dittatura sociale; in nome di questa individualità, che è propria dell’uomo, noi reclamiamo la liberazione di questi prigionieri forzati della sensibilità, perchè è pur vero che non è nel potere delle leggi di rinchiudere tutti gli uomini che pensano e agiscono.” Scriveva Antonin Artaud ne “La lettera ai direttori di manicomio” in merito all’antipsichiatria, ovvero in antitesi a teorie e pratiche della psichiatria ufficiale e all’istituzione manicomiale per l’utilizzo di strumenti inadeguati ai più elementari principi umanitari.


Muovendo da queste considerazioni sono stati selezionati 33 artisti provenienti da tutto il territorio nazionale che si esprimono attraverso una cifra stilistica vicina a quella corrente denominata Art Brut - che nasce per indicare produzioni artistiche di autodidatti e di pazienti psichiatrici, ovvero di coloro che operano al di là di regole estetiche convenzionali - o che trattino tematiche relative ai disturbi mentali e della personalità. Per indagare l’ambito della follia e quanto l’idea di questa sia variabile a seconda dell’epoca e dell’ambito in cui si afferma, riflettendo sui disturbi mentali e della personalità nel contesto sociale e in rapporto agli istituti psichiatrici e come questi si siano evoluti dai manicomi al TSO. La mostra non vuole essere nulla di esaustivo in merito ad un argomento tanto delicato quanto complesso bensì si pone l’obiettivo di fornire alcuni spunti di riflessione in merito alla condizione del paziente psichiatrico, condannato senza colpe, isolato e coercizzato dalla stigmatizzazione sociale.

Testo della mostra Asylum, a cura di Roberta Vanali e Efisio Carbone





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