Basta guardarla (L'Asia)
Una selezione di opere, tra pittura, fotografia e installazione, dalla collezione di Antonio Manca restituisce uno spaccato delle trasformazioni politiche, sociali e culturali in Asia. Il primo atto di un progetto più ampio che passerà in rassegna i cinque continenti...
“La pace è una vittoria virtuale, muta, continua, delle forze possibili contro le bramosie probabili. Ci si vanta di poter imporre la propria volontà all’avversario. Ma può essere una volontà nefasta. Gli unici trattati che varrebbe la pena di concludere sarebbero quelli tra i pregiudizi.” Non avrebbe potuto scrivere niente di più contemporaneo, Paul Valery nella raccolta di saggi Sguardi sul mondo attuale, titolo preso in prestito per il nuovo progetto dell’Exma, in collaborazione con il collezionista sardo Antonio Manca, il cui obiettivo è quello di restituire una lettura del mondo e delle sue trasformazioni politiche, sociali e culturali attraverso le diverse testimonianze artistiche, nel primo dei tre appuntamenti riservato ai paesi asiatici. Un’occasione di approfondimento della realtà e del valore dell’arte come strumento di analisi della società contemporanea.
Ex Unione sovietica, Cina, Giappone e Indonesia sono i paesi che passano sotto la lente d’ingrandimento nel primo atto del progetto ad iniziare dalla Russia con Peter Belyi e la Biblioteca di Pinocchio, simbolo della precarietà delle ideologie e della disillusione nei confronti del passato. A seguire il dissacrante Oleg Kulig con la serie Dead Monkeys, primi piani di scimmie tassidermizzate per riflettere sul conflitto tra natura e cultura, fino a Eugeny Yufit e il suo necrorealismo fotografico. A rappresentare la Cina non poteva mancare il rivoluzionario performer Li Wei, uno degli artisti più impegnati politicamente, in mostra con alcune foto della serie Li Wei to falls dove, tra surreale e grottesco, appare con la testa conficcata al suolo, oltre a Zhang Huan, anch’esso performer che in My Rome si lascia immortalare all’esterno dei Musei Capitolini.
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