Museo Ciusa, questo sconosciuto
Nessuno lo conosce, tantomeno nessuno ne parla. Eppure è un piccolo gioiello nel cuore della Barbagia, un fiore all’occhiello che va ad affiancarsi al Museo Man ma che non ha la presunzione d’avere un minimo di risonanza perchè se così fosse non avrebbe esordito in sordina e persistito nell’errore. Infatti solo una parte degli abitanti di Nuoro è a conoscenza del Museo Ciusa e del Tribu, spazio riservato alle mostre temporanee.
Inaugurato il 20 maggio dello scorso anno per ospitare 60 opere dello scultore Francesco Ciusa, che hanno preso posto al secondo piano del complesso architettonico dell’ex Tribunale completamente ristrutturato nel 2004, il piccolo museo è caratterizzato da un percorso non rigidamente cronologico bensì “emozionale” - che culmina con La madre dell’ucciso, il cui bronzo originale, opera più celebre, ha preso parte alla Biennale di Venezia del 1907 - e dall’uso teatrale della luce che esalta e conferisce pathos alle opere che vanno dagli esordi fino agli anni Quaranta. Tra le più importanti un gruppo scultoreo che ruota intorno al progetto plastico mai concluso I Caniti, una sorta di poema dedicato alla società arcaica del mondo pastorale barbaricino, tra le quali la prima e l’ultima della produzione dell’iniziatore della scultura moderna in Sardegna. A completare il percorso alcuni elementi marmorei del distrutto monumento a Sebastiano Satta, lavori in terracotta e pasta di marmo e una serie di filmati d’epoca.
Al primo piano del complesso, invece, una vasta zona riservata alle mostre temporanee il Tribu, ha ospitato fino al mese scorso la mostra di Costantino Nivola L’investigazione dello spazio.
Felice nel leggere quest'articolo. E ti ringrazio per aver definito la nostra opera "un piccolo gioiello".
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