Enrico Piras - Erratici


Scaturisce da una delle pietre miliari della letteratura, la personale desordio di Enrico Piras. Una riflessione sul tema del viaggio e sullidea di percorso, fisico e mentale. Attraverso tre installazioni che esibiscono disegni, fotografie e collages

La Patagonia! È unamante difficile. Lancia il suo incantesimo. Unammaliatrice! Ti stringe nelle sue braccia e non ti lascia più. Romanzo-emblema della letteratura da viaggio contemporanea, In Patagonia, notoriamente considerato il capolavoro di Bruce Chatwin, è una sorta di diario che racconta il viaggio tra la Patagonia argentina e quella cilena. Affrontato per la curiosità di scoprire se il lacerto di pelle custodito dalla nonna in un armadietto appartenesse realmente ad un brontosauro. Con la stessa curiosità Enrico Piras (Cagliari, 1987, vive a Sassari) si è spinto a servirsi del romanzo come riflessione per la sua personale desordio: Erratici. Progetto improntato sul tema del viaggio nellaccezione più ampia del termine, scandito da tre installazioni.



Punto di partenza è la piccola teca che custodisce un collage, accompagnata da una bussola, a suggerisce le grandi migrazioni, e da una data incisa su un notes che stabilisce linizio esodo rimandando alla seconda tappa. Una libreria che si trasfigura in un catalogo di oggetti da viaggio, grazie al contributo di alcuni partecipanti che attraverso immagini, ritagli di giornali e oggetti di varia provenienza hanno stilato litinerario di un viaggio immaginario o il ritratto del viaggiatore per eccellenza. Ma anche work in progress ad opera dei visitatori, infatti la seconda installazione è il pretesto per raccogliere tracce di un vissuto, decontestualizzarle, sezionarle e cogliere gli indizi per ricreare delle microstorie, come quelle del romanzo. Attraverso un metodo analitico che è quello di una ricerca a ritroso per interpretare il presente evocando unatmosfera retrò che si rinnova, cifra stilistica del seppur breve percorso dellartista. Al di là da esiti didascalici il progetto confluisce nellallestimento conclusivo.


Venti pezzi tra disegni, fotografie e collages ripercorrono la cronologia del viaggio in Patagonia, le località visitate e gli animali incontrati rivelando labilità manuale del disegno e la forza espressiva data dallaccostamento dei diversi elementi. Lidea di viaggio, sia fisico sia mentale, che delinea un nuovo percorso è infine da ricercarsi nel titolo. Gli erratici, ovvero grossi blocchi lapidei trasportati dai ghiacciai a fondovalle, talvolta sradicati dal substrato roccioso altre caduti per frana. Massi abbandonati con assoluta casualità in territori a loro estranei sui quali si è fantasticato dalla notte dei tempi. E al quale lartista non è rimasto indifferente. Suggerendo nuovi itinerari per nuove traiettorie di pensiero.

Commenti

  1. Vorrei consigliare la visione di questo sito di nuova pubblicazione di un'artista emergente.
    www.elisabettanecchio.it

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