Sala 1 - Cruel Fairy Tales

Il progetto dello spazio Sala 1 coinvolge una decina di giovani artisti sardi che, dal 28 settembre sino alla fine del 2007, esporranno una sola opera. Così, in modo dinamico e plurale, il MAN vuole sostenere e dare visibilità alla creatività e alla produzione artistica giovanile, documentandone l’attività e favorendone la divulgazione e l’informazione. Inizia il ciclo la mostra Cruel Fairy Tales (28.09 - 11.11.2007), a cura di Roberta Vanali, che vede i lavori di sei artisti trarre ispirazione dalle fiabe. La fiaba, l’eterna vicenda umana, viene presa in esame come strumento utile alla comprensione dell’esistenza, in particolare alla decodificazione di quei lati oscuri che in essa si celano. «Le fiabe sono una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna», così le definisce Italo Calvino. Traendo spunto dalle radici antropologiche della leggenda e del racconto popolare, come tradizioni orali che narrano timori e credenze, che permettono la divulgazione di messaggi universali attraverso un linguaggio metaforico semplificato, sono stati invitati a riflettere su questo tema sei pittori sardi provenienti da ambiti ed esperienze culturali differenti. Caratterizzata da stilemi comuni e motivi ricorrenti, la fiaba si rivela appropriata a sviscerare quegli aspetti più o meno occulti della natura umana, in quanto – come sottolineerebbe Calvino – le fiabe sono vere perché capaci di descrivere inquietudini e drammi. La mostra si pone l’obiettivo di evidenziare come gli aspetti oscuri dell’esistenza siano intrinseci alla cultura e all’immaginario collettivo della fiaba e della leggenda, dimostrando quanto queste siano ancora attuali e quanto si rivelino particolarmente adeguate a scandagliare l’animo umano attraverso simbologie e metafore spesso crudeli. Strutturata in sei appuntamenti di una settimana ciascuno, la mostra presenterà un’opera e una storia per volta, accompagnata da laboratori didattici pensati ad hoc per l’occasione e curati dagli stessi artisti. Il 28 settembre inaugura la mostra Pietro Sedda con l’opera dal titolo Sacroiliaca, ispirata alla fiaba africana di Alberto Ribè “Le mani nere della scimmia”; a seguire Silvia Argiolas, che prende in esame "Cappuccetto Rosso" nella sua versione originale per mettere l’accento sulla piaga della prostituzione. Alessio Onnis indaga l’incapacità dell’uomo di accettare l’inesorabile scorrere del tempo con Carmilla, la sanguinaria contessa ispirata da Erzsebeth Bathory che fece uccidere 600 vergini per lavarsi nel loro sangue, mentre Giuliano Sale si rifà al classico "Hansel e Gretel." Pastorello usa i parametri della fiaba tradizionale per inventare la fiaba dell’anomalo con l’opera L’uccellino blu del bosco incantato, e infine Gavino Ganau chiude la mostra con un trittico ispirato alla fiaba cinematografica.
(Comunicato stampa apertura rassegna al MAN di Nuoro)

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