Il Cristo della discordia

Su uno sfondo irreale fatto di nuvole infuocate sopra un mare in tempesta, si staglia la drammatica immagine di un vigoroso Cristo sofferente che ascende al cielo, libero dalla croce. La bocca spalancata in un urlo di dolore che trasfigura il volto, il corpo martoriato, le membra in forte tensione, tutto concorre a dare una parvenza umana a questo Cristo che invoca la pietà del Padre. L’Uomo, dipinto da Foiso Fois (Iglesias 1916 – Cagliari 1984) nel 1977 su commissione del parroco Ottavio Cauli per la chiesa di San Pio X, dopo trent’anni dalla sua realizzazione ha scatenato una bagarre degna dell’epoca medievale in quanto a detta dell’attuale parroco, che ha pensato di celare il monumentale dipinto con un drappo, turba le coscienze, sgomenta i fedeli e rovina le cerimonie nuziali. È inconcepibile che nel terzo millennio l’autorità religiosa interferisca così pesantemente da censurare l’opera perché ritenuta "troppo forte" ma fortunatamente l’affronto oscurantista non è passato inosservato. Artisti, critici, politici e comuni cittadini si sono uniti in difesa dell’opera - ispirata all’artista dall’immagine di un partigiano torturato e ucciso - scatenando i media e dando vita ad un convegno per riflettere sull’accaduto. I difensori del Cristo annunciano una dura battaglia contro la concezione ecclesiastica dell’arte che vorrebbe immagini banali e rassicuranti in netto contrasto con la natura umana del dipinto che sembra esprimere tutte le sofferenze esistenziali ed anticipare la difficile e controversa attuale epoca. Sarebbe da considerare l’ipotesi di una donazione ad un museo cittadino, come proposto dalla figlia Barbara che ne chiede l’immediata restituzione, e che riporterebbe alla sua grigia atmosfera quella chiesa tristemente spoglia e dall’architettura discutibile intitolata a San Pio X. (Roberta Vanali)

Commenti

  1. Anonimo10:11 AM

    la cosa inquietante é che il suddetto parroco -e molte persone come lui- non si rendano conto che qualsiasi crocifisso, anche l'ultimo delle riproduzioni in gesso colorato, raffigurano esattamente la stessa cosa, ovvero una persona torturata (a prescindere dalla valenza religiosa).
    Solo che i crocifissi classici sono abbastanza 'familiari' come immagine da essere completamente desemantizzati, da non indurre più nessun tipo di riflessione.
    (il che mi sembra vero anche per la religione tout court, soprattutto in italia..si aderisce alle forme, non ai contenuti..)

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