Zone parallele Capitolo I - Giulia Casula e Gemma Tardini



Invocano pace e diritti violati. Condannano violenza e conflitti. Urlano libertà e dignità sottratte i libri resi provocatoriamente scomodi da Gemma Tardini che trasfigura con smalti e bitume ed esibisce in un percorso che si snoda integrandosi abilmente all’installazione successiva. Pensieri di pace come fiori dischiusi, la Tregua di Levi appesa ad un filo, i Vangeli aperti come ali d’uccello, esortazione alla tolleranza e alla riflessione sulla precarietà dell’esistenza, confluiscono nella sala delle farfalle ideata da Giulia Casula. Variopinte, effimere, quasi impalpabili le Mariposas si fanno varco tra le pareti della sala materializzandosi davanti ai nostri occhi, altre emergono lievemente dalla superficie pittorica avvolte nella loro inquietudine notturna. Le artiste intervengono nello spazio circostante intrecciando linguaggi e significati nell’esigenza di prospettare una visione che non eluda dalla drammaticità della condizione umana ma suggerisca un percorso di rigenerazione atto ad esorcizzare ansie e timori di un’epoca in via di decadenza. L’ossessiva ripetitività del video di Matteo Piras “Il fascino della fashion filantropia” e l’ambigua quanto poetica “Libertà a parole”, performance di DIART e sound art ideata da Angelo Secci, Daniela Zedda e Stefano Ferrari, chiudono il cerchio del primo capitolo della rassegna.

Commenti

I più popolari