Stanze 2003

Trasferimento a Villanovaforru per le Stanze solitamente ospitate dalla galleria Man Ray. Il progetto, giunto al suo quinto anno di programmazione, perduta la valenza multimediale si limita alla rappresentazione delle sole arti visive. Pittura e fotografia, quindi, per l’appuntamento ridotto di quest’anno che non riserva una stanza ad ognuno degli artisti invitati, come di consueto, e propone generazioni diverse. Ad aprire la prima parte della rassegna, che avrà termine il 9 dicembre, sono stati Gaetano Brundu, Tonino Casula, Aldo Contini e Giuliano Sale. Aldo Contini presenta alcuni pezzi tratti dal Magnificat ciclo avviato nella prima edizione di Stanze. Foglia oro su tavole lignee per aurei trittici e polittici arricchiti dall’inserimento di lacerti epigrafici. Piante di edifici ecclesiastici ma anche riproduzioni di losanghe ed intarsi ancora visibili sulle facciate delle chiese medievali sarde di tradizione pisana, si stagliano ieratiche tra le pareti della sala. E’ palese il riferimento alla tradizione bizantina ma anche ai maestri delle avanguardie russe tra i quali Malevich. Discutibile la scelta di Gaetano Brundu di esporre opere realizzate tra il 1963 ed il 1968 se non altro perchè la rassegna si propone di presentare lavori realizzati appositamente per il progetto. E’ la Parigi degli anni ‘60 a fare da protagonista: collages di quotidiani francesi fanno da sfondo alla pittura data per velature dalla quale emergono gli inconfondibili “baffi”, simboli fallici che rientrano nell’ambito erotico riallacciandosi al Surrealismo ed alla simbologia onirica.


Tonino Casula prosegue l’incessante ricerca applicata alla computer grafica iniziato un ventennio fa. Sottili di Luce è il titolo del video realizzato nel 1998 da uno dei maggiori esponenti dell’optical art in Sardegna nonché firmatario del Gruppo Transazionale con Leinardi, Ugo ed Utzeri. E’ ancora una volta il giovane Giuliano Sale ad emergere per abilità tecnico-espressiva e per il coraggio di tracciare i drammi di una società votata alla decadenza. L’artista affonda il coltello nella piaga di un’umanità perduta, al limite del cinismo che ben rispecchia l’attualissimo Dogville di Lars Von Triers. Esseri stereotipati dall’anatomia deformata e dalle espressioni inquietanti si stringono all’interno del riquadro a comporre il grottesco Ritratto di famiglia. Introdotti da Cadavere I, II, III, IV - denuncia di un’epoca tragicamente devastata da sterminio e morte - Siamesi e Senza titolo rispecchiano alienazione e condizioni psichiche alterate insite nella natura umana. Dal 13 al 30 dicembre la rassegna ospiterà Stefano Grassi, Wanda Nazzari e Giuseppe Pettinau.

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