Dimostrata la presenza dell'homo sapiens in Sardegna

Probabilmente giunsero dall’isola d’Elba a bordo di una piccola imbarcazione, attraversando quello che allora era un piccolo stretto. La scoperta che non ci fossero fiere particolarmente pericolose e che frutta e cacciagione abbondassero fece sì che un gruppo di colonizzatori nomadi si fermasse nell’isola. L’epoca è quella del paleolitico superiore e fino a poco tempo fa queste erano solo semplici supposizioni. Oggi grazie alla scoperta dell’archeologa Rita Melis, in collaborazione con la professoressa Margherita Mussi e il professor Michel Lamothe, l’ipotesi ha trovato conferma ufficiale. Il rinvenimento di due basamenti di selce, da cui furono ricavate lame per la realizzazione di armi, ha dato modo di accertare che circa tredicimila anni fa nel Campidano settentrionale, precisamente nella zona di Santa Marita Bis Acqua, s’insediò un gruppo di nomadi costituito da una trentina di coppie.
Le prime ipotesi d’insediamento nel paleolitico superiore furono avanzate sulla base del ritrovamento di una falange nella Grotta di Corbeddu ad Oliena, datata circa quattordicimila anni, e della Venere di Macomer, piccola statuina in pietra basaltica riferibile a dodicimila anni or sono. Il fatto eccezionale è che le tracce di popoli navigatori nel Mediterraneo sarebbero finora attestate solo in Sicilia e nell’Isola di Melos, risalenti rispettivamente a trentamila e dodicimila anni fa. La scoperta, presentata qualche giorno fa dal soprintendente Francesco Santoni al Museo Archeologico di Cagliari, potrebbe sovvertire le ipotesi dell’evoluzione umana sulla terra. Al momento le ricerche sono ancora agli albori, infatti, si suppone che l’uomo vivesse nell’isola anche in precedenza e che si estinse con l’ultima glaciazione. Gli studiosi dovranno risolvere alcuni fondamentali quesiti, in primo luogo motivare la scelta della selce al posto dell’ossidiana, più adatta alla lavorazione e molto più diffusa nell’isola. Sembrano comunque unanimi nell’affermare che i sardi non discendono da quella popolazione che tredicimila anni or sono s’insediò tra Mogoro e Sardara in quanto il piccolo nucleo non poteva garantire la discendenza per oltre millesettecento anni. Non vi è alcun dubbio, invece, sul fatto che i colonizzatori trovarono un piccolo paradiso dove non c’era traccia di predatori, ricco di vegetazione e cacciagione tra cui alcune specie di animali estinti quali un piccolo canide, un cervo nano e il coniglio dalle orecchie corte.

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