Da Rodin al cielo di Yoko


L’evoluzione dell’arte plastica del XX secolo dal busto bronzeo di Balzac realizzato da Rodin al Quadro specchiante di Michelangelo Pistoletto. Il tutto in 70 piccole sculture inedite. E il museo è una new entry nel circuito isolano…

Legata al superamento dei materiali tradizionali quali il marmo e il bronzo, l’evoluzione subita dal concetto di scultura, nel corso del XX secolo, si fonda sull’utilizzo di nuove leghe metalliche e di materiali artificiali che muteranno profondamente il linguaggio plastico. Alla volontà d’imitazione della realtà circostante si sostituisce l’esplorazione e la sperimentazione introducendo nuovi valori quali i giochi di luce, le trasparenze, l’azione meccanica o ancora l’assemblaggio di materiali differenti, talvolta riciclati. Caratterizzata dalla scelta originale di sculture di piccola dimensione, la mostra, allestita nei locali del neonato Museo Guiso ad Orosei, intende appunto indagare le problematiche dell’arte plastica tracciandone l’evoluzione in un percorso suddiviso in sei sezioni tematiche. La prima Tra tradizione e rinnovamento illustra la nascita del linguaggio plastico moderno di Rodin al quale si affiancano le ricerche di Arturo Martini e Marino Marini la cui espressività sintetica e concisa risente dei modelli arcaici della statuaria antica. A Francesco Ciusa, protagonista della scultura moderna sarda, appartiene il busto di Sebastiano Satta, riconducibile al monumento dedicato allo scrittore mai realizzato. Dedicata alle Avanguardie la seconda sezione presenta quelle ricerche plastiche che porteranno alla rottura definitiva della regola ottocentesca per approdare alle scomposizioni dinamiche di Gino Severini e Fortunato Depero, alla distruzione del dato formale di Archipenko e Léger fino ai grandi dissacratori dadaisti che rispondono al nome di Hans Arp e Man Ray.
Preceduta dalla sezione Miti e idoli di Mirko e Franchina, Nuovi segni nello spazio riunisce le sperimentazioni degli artisti operanti tra gli anni ’50 e gli anni ’70. Determinanti le esperienze degli italiani Lucio Fontana e Fausto Melotti per le ricerche dei fratelli Pomodoro e di Umberto Mastroianni, mentre in Inghilterra il linguaggio irrazionale di Henry Moore anticipa le forme organiche di Barbara Hepworth. Costantino Nivola e Pinuccio Sciola si fanno interpreti della tradizione mediterranea il primo in forme estremamente schematiche restituendo l’essenza primordiale della terra sarda, mentre il secondo ne racconta le magie attraverso le pietre alle quali conferisce un’anima. Neo realismi racchiude le opere di Chia, Arman, e Vangi mentre l’ultima sezione intitolata Nuovi linguaggi e sperimentazioni riunisce artisti operanti tra gli anni ’60 e gli anni ’90. Con i materiali riciclati di César, i Quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto e le ricerche spaziali di Jannis Kounellis si chiude la ricca rassegna.

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