Daniele Serra nel set dell'ultimo horror di Stephen King



Lui è un talentuoso illustratore cagliaritano, noto per i suoi acquerelli sofisticati e per le atmosfere gotiche delle sue graphic novel. Poi un giorno riceve una chiamata e si ritrova sul set di Cell, horror distopico tratto dalla penna di Stephen King.

E’ cresciuto leggendo Stephen King e guardando Samuel L. Jackson, l’artista cagliaritano Daniele Serra, classe 1977. E ora si ritrova a far parte delle scenografie di Cell - il film horror fantascientifico diretto da Tod Williams, tratto dall’omonimo romanzo di King e interpretato da Jakson - con 20 illustrazioni appartenenti all’art book Veins and Skulls, edito nel 2013 da SST England, dove da un immaginario sospeso tra realtà e incubo prendono forma i suoi visionari acquerelli che contemplano il corpo femminile con tanta malinconia quanta sensualità. Utilizzati per arredare la camera da letto del protagonista, interpretato da John Cusack, un ex illustratore sopravvissuto a un devastante segnale telefonico, attorno al quale gira l’intera sceneggiatura curata dallo stesso King, nella pellicola appena uscita nelle sale cinematografiche.



Credevo si trattasse di una produzione indipendente, quando sono stato contattato, mai avrei immaginato all’adattamento ufficiale del romanzo” confessa Daniele Serra, vincitore del British Fantasy Award nel 2012 e del This Is Horror Awards nel 2015 con all’attivo numerose pubblicazioni per case editrici specializzate statunitensi, inglesi e giapponesi per le quali ha realizzato libri illustrati, copertine e grafic novel e che vanta collaborazioni che da Marcello Fois vanno a Clive Barker fino ad arrivare a Joe R. Landsale. Sofisticato illustratore New Gotic - ama definirsi romantico decadente - nelle sue tavole interviene per velature, tono su tono, a strutturare scenari visionari spesso apocalittici, dove in uno spazio lontano da ogni tempo e luogo si muovono in contrapposizione tra loro personaggi spettrali e delicate silhouette femminili che tendono a dissolversi per diventare tutt’uno con le atmosfere cupe e nebbiose che li circondano. 



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