Roberto Concas succede a Giuliana Altea alla guida della Fondazione Costantino Nivola.




Dopo un decennio di presidenza da parte di Giuliana Altea il testimone passa a Roberto Concas, storico dell’arte, museologo ed esperto di semantica dell’arte, con un ricco curriculum. Lo abbiamo intervistato per voi.


Roberto Concas (Cagliari 1952) ha conseguito la laurea in Storia dell’Arte con una votazione di 110 e lode con menzione di stampa. Ha una vasta esperienza nella valorizzazione e gestione del patrimonio culturale. Ha diretto il Museo Archeologico e La Pinacoteca Nazionale di Cagliari, lo Spazio San Pancrazio, la Basilica di San Saturnino e il sito UNESCO Su Nuraxi di Barumini. Fino al 2012 è stato professore a contratto all’Università di Sassari dove ha insegnato Storia dell’Arte Moderna, Arte in Sardegna e Teoria del Restauro. Dal 1986 firma un’ampia gamma di progetti per musei, sistemi museali, itinerari culturali e piani di sviluppo territoriali. Ha curato numerose mostre e pubblicazioni. É componente dell’Osservatorio Regionale dei Musei della Sardegna.

Roberto Concas si appresta a dirigere la Fondazione Costantino Nivola che gestisce l’omonimo Museo ad Orani. Un complesso di padiglioni immersi nel verde che da 30 anni costituisce la più importante collezione europea di opere dell’artista Costantino Nivola (Orani 1911 - Long Island 1988)

Come ha accolto la sua nomina e quali sono state le reazioni in merito?

Ho accolto questa nomina con un profondo senso di responsabilità, che si è intensificato grazie ai numerosi messaggi di auguri e riconoscimenti ricevuti. Sento il peso e l'onore di un incarico che non riguarda solo la presidenza di un’istituzione culturale, ma anche il legame profondo con la comunità di Orani e con la figura di Costantino Nivola, che ha sempre fatto dell’arte un atto pubblico, vivo e collettivo.

Quali sono le linee guida del suo nuovo incarico?

Intendo partire da quanto è stato costruito finora con cura, passione e competenza da Giuliana Altea, Luca Cheri e Antonella Camarda. Le nostre radici affondano nella cultura materiale e immateriale di Orani: un patrimonio che sento il dovere di proteggere e custodire. Ma sento anche la responsabilità di guardare avanti, di seminare il futuro. Aprirci a nuovi linguaggi, visioni e forme di partecipazione è essenziale, soprattutto per dialogare con le nuove generazioni. Come ci ricordava Costantino Nivola: l’arte non sta nei musei, ma nella vita delle persone. E proprio da qui, da Orani, che vogliamo ripartire come Fondazione, con i suoi fondatori, la famiglia Nivola, il Comune di Orani, la Regione Sardegna e il principale partner la Fondazione di Sardegna.


Quali sono le sue aspettative per il futuro della Fondazione?

Non ho particolari aspettative in senso personale. Mi considero un uomo delle Istituzioni, e penso alla Fondazione Costantino Nivola prima di tutto come una realtà pubblica, collettiva, che deve rispondere al territorio, alla memoria e alla visione di lungo periodo. Il mio obiettivo è contribuire al suo consolidamento e alla sua evoluzione.


Saranno applicate delle modifiche a livello gestionale

Sì, e direi che si tratta di un passaggio indispensabile. Intendo guidare la Fondazione e il Museo verso un modello di governance allineato ai più avanzati standard europei: partecipazione, sostenibilità, inclusione, trasparenza e innovazione saranno i principi guida. Prevediamo la revisione dello statuto e dei regolamenti, e la definizione di una nuova Vision e Mission strategiche. Vogliamo una Fondazione e un museo green, aperto e smart, che rispecchi il contesto attuale e quello futuro.


E per quanto riguarda lo staff?

Abbiamo la fortuna di contare su uno staff molto qualificato, guidato con grande competenza dal direttore Luca Cheri. I servizi museali sono in crescita costante, ma intendo lavorare su tre piani distinti: Fondazione, collezione e museo. Inoltre, mi piacerebbe aprire la Fondazione a giovani in formazione, in collaborazione con università, altri musei, istituzioni culturali e i Comuni. Credo profondamente nella costruzione di competenze professionali museali.


È in progetto la digitalizzazione del patrimonio museale?

Assolutamente sì. È uno degli impegni centrali del mio mandato. Vogliamo rendere accessibile, in sede e online, tutto il patrimonio documentario, archivistico e audiovisivo della Fondazione. Questo include anche la raccolta e il censimento di materiali provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti, dove Nivola ha vissuto e operato. La digitalizzazione non è solo uno strumento di conservazione, ma anche di democratizzazione della conoscenza.


Come intende valorizzare la figura di Nivola?

Ripartiamo da Orani e torneremo a Orani, come fece Costantino, o meglio “Antine”, come lo chiamano qui e “Tino” in America. Racconteremo i suoi legami con Delitala, Pintori, Fancello, poi andremo a Monza, accanto a Marino Marini, Giuseppe Pagano e Ruth Guggenheim. Racconteremo di Adriano Olivetti e ancora dell’arrivo a New York, nel cuore del Greenwich Village con De Kooning, Steinberg, Léger e molti altri. Faremo tappa anche a Long Island, dove ha incontrato Jackson Pollock. 

Racconteremo di un Novecento in cui la luce di Costantino Nivola, accesa in Sardegna nella lontana Orani, nel cuore della Barbagia, brillò accanto a quella di altri grandi protagonisti che hanno scritto la storia sociale dell’arte nel mondo. Infine, in anteprima per Artribune, vi anticipo che intendiamo presentare, per la prima volta, una preziosa serie di piccoli disegni che Nivola realizzò negli ultimi anni della sua vita, affidandosi alla memoria per evocare la sua amata Orani.


Il museo come luogo dell’abitare

Quali sono i risultati raggiunti dal punto di vista dell’accessibilità museale?

Il nostro percorso di visita museale è già progettato secondo principi di accessibilità universale, e i riscontri del pubblico sono molto positivi, come dimostra l’incremento costante delle presenze. Ma non ci fermiamo qui. 


Quindi come prevede di ampliarli?

L’accessibilità è una materia viva, in continua evoluzione. È legata alle sensibilità – collettive e individuali – che un museo deve saper intercettare e interpretare con attenzione. Il nostro obiettivo è ascoltare, adattarsi, anticipare: rendere il museo uno spazio realmente accogliente per tutte le diversità – fisiche, sensoriali, cognitive e culturali.

Dal punto di vista museologico, immaginiamo un museo capace di restituire tempo e profondità all’esperienza della visita: uno spazio in cui sia possibile fermarsi, sedersi comodamente, osservare le opere di Nivola con lentezza, leggere un testo, ascoltare un’intervista, esplorare contenuti multimediali, magari sorseggiando una bevanda. Un invito alla fruizione meditativa ed esperienziale, per vivere il museo non solo come luogo di passaggio, ma come luogo dell’abitare culturale.


È in programma un nuovo allestimento della collezione permanente?

È forse prematuro parlare di un nuovo allestimento, ma sono certamente in programma aggiornamenti. La rotazione delle opere, la loro conservazione, l’attualizzazione della narrazione museale e le modalità di fruizione sono tutti fattori che ci spingono a una riflessione costante sull’allestimento. Per restare vitale, un museo deve saper evolvere: rinnovarsi senza perdere la propria identità.


Le sue previsioni in merito alle ricadute sul territorio a lungo termine?

Orani, Orani e ancora Orani. La nostra sede non è frutto del caso: nell’atto costitutivo del 1991 si legge “Fondazione Costantino Nivola – Orani”, e in quel nome è custodita una scelta identitaria precisa. Credo che ogni nostra azione debba produrre ricadute culturali, sociali ed economiche tangibili per la comunità locale. La Sardegna può contare su una rete museale di straordinaria qualità, e sono convinto che collaborazioni solide con altri musei e istituzioni culturali, sia regionali che internazionali, possano generare benefici duraturi per tutti, rafforzando il tessuto culturale dell’isola in una prospettiva corale e condivisa.

Immaginiamo una fitta rete di musei, siti, contesti antropologici, territorio, ambiente, natura, paesaggio, arte, archeologia, tradizioni popolari, il cibo, l’ospitalità che, senza soluzione di continuità, rappresenti al mondo Orani e la Sardegna intera.


Ha in programma occasioni di sostegno per i giovani artisti?

Credo profondamente nel valore della promozione dei giovani artisti. Intendiamo attivare percorsi di residenza, mostre, call e progetti formativi che li coinvolgano in modo diretto e concreto. L’eredità di Nivola è anche questa: una visione dell’arte come spazio generoso, condiviso, aperto al futuro e al dialogo tra generazioni.

Commenti

I più popolari