In ricordo di Graziano Origa



A sei mesi dalla scomparsa una mostra alla Mem di Cagliari ricorda il fumettista Graziano Origa. Visionario protagonista dell’underground italiano. 


L’eminenza oscura del fumetto italiano, come lo definì Johnson Righeira, nasce a Dolianova, in provincia di Cagliari, il 22 novembre del 1952. Fumettista, illustratore, giornalista e saggista Graziano Origa è stato un personaggio eclettico e trasgressivo il cui impegno si è dilatato nel campo della musica, dell’arte e della satira. Esordisce nel 1971 collaborando con il quotidiano L’Unione Sarda per poi trasferirsi a Milano dove, tra il 1972 e il 1973, collabora con il mensile “Scarpantibus” mentre l’anno dopo fonda il celebre Studio Origa, factory nonché fucina per giovani disegnatori del calibro di Carlo Ambrosini, Corrado Roi e Fabio Civitelli. Nel 1977 scrive i primi due volumi dell’”Enciclopedia del Fumetto” e sempre negli stessi anni traspone a fumetti la biografia di Pier Paolo Pasolini sulle pagine del periodico “Contro”: Le ceneri di Pasolini, ispirata al suo celebre poemetto dedicato a Gramsci.

Con Marco Cy, al secolo Marco Cingolani scrive “Diary of a punk artist” un libro di memorie che diverrà il manifesto della punk-art di cui si riconosceva precursore. Si, perché il duplice sguardo di Graziano Origa si è amalgamato da un lato alla cultura punk milanese dei Krisma, Enrico Ruggeri e Ivan Cattaneo che lo definiva il Warhol della Milano da bere, dall’altro al circuito underground della street art di Keit Haring e della pop art di Andy Warhol, quando nei primi anni Ottanta si trasferisce prima a New York e poi a Key West. Gli artisti nel bene e nel male muoiono dal giorno che lui muore lasciandoci orfani della sua faccia priva di melanina il corpo canarino la testa calva il cazzo grigio e la chioma sintetica elettrica che come sua madre Julia parla ancora cecoslovacco sognando ad occhi aperti e mangiando aglio dallalba al tramonto. Scrive di Warhol nella Tavola autobiografica “Quando Interview divenne Punk Artist” pubblicata su “IF Magazine” dove racconta come nacque la rivista d’arte punk decadente, trash ma elegante che fece seguito di un anno a quella musicale “Gong”. 

Con l’obiettivo di ricostruire la carriera dell’artista di carta, così come amava definirsi, il curatore, nonché amico e collega Bepi Vigna ha selezionato dagli archivi del Centro Internazionale del Fumetto fotografie, articoli, riviste, ritagli di giornale, fumetti e una serie di disegni e illustrazioni originali, donati dallo stesso Origa, tra cui alcuni ritratti che lo hanno impegnato sin dagli esordi della sua carriera. Ritratti di filosofi, scrittori, artisti, star e icone pop realizzati stratificando chine ed ecoline con l’ausilio di diverse varianti di pennini coi quali restituiva i suoi tipici tratteggi che esaltava con l’utilizzo di retini dai colori sgargianti. Graziano Origa: è piccolo e nero il punk italiano; ingrandisce i volti con pezzi di latraste adesivi, dichiara Renzo Arbore indicandolo come fondatore del punk italiano sul Radio corriere TV, la cui pagina è consultabile in mostra.

Negli primi anni Novanta rientrato in Italia è stata la volta di “Fumetti d’Italia”, prestigiosa rivista che ha visto la collaborazione dei più grandi esperti del settore nazionale e internazionale, premiata al Lucca Comics come miglior rivista dell’ambito fumettistico degli anni Novanta, e di “Videomax”, alias Andy Max, hacker che vive a Berlino e rinuncia a integrarsi nella società per vivere in un mondo parallelo dove colleziona videocassette. Un supereroe ispirato ai suoi cult movie preferiti come “Videodrome” di Cronenberg, “Taxi Driver” di Scorzese e “Brazil” di Gilliam, pubblicato in formato striscia e in volume.

Quando negli anni Duemila rientra in Sardegna si ritrova isolato a causa di un ambiente editoriale che non gli consente di lavorare a pieno ritmo come a Milano, e di questo, ricorda Bepi Vigna in conferenza stampa, si lamentava spesso ma nonostante ciò ha scelto di stare comunque nella sua amata isola. Per me Graziano è stato un idolo, non mi perdevo nulla di ciò che produceva. È  stato una figura che ha lasciato un segno imprescindibile per tutti coloro che fanno il nostro mestiere, con un occhio che guardava costantemente avanti, così lo ricorda Franco Busatta, storico redattore della Bonelli.

La notte del 18 giugno scorso, un uomo che passeggiava col suo cane nel litorale del Margine Rosso al Poetto di Quartu Sant’Elena si è imbattuto in un cadavere  trascinato a riva dalla risacca. Solo diverse ore dopo si è scoperto che si trattava del corpo di Graziano Origa. Ma di come sia finito in mare non ci è dato a sapere.


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