Josephine Sassu - Se non riesco a ridiventare scimmia provo a diventare giardino
“Usando il mio corpo come punto di riferimento nella creazione artistica, sono in grado di trascendere da me stessa in una totale identificazione con la natura” (Ana Mendieta)
L’autoritratto come luogo di confronto, come spazio di affermazione identitaria, come urgenza per esternare la propria personalità e prendersene cura. Ma sopratutto ideale metodo di sovvertimento degli stereotipi femminili nell’ottica di un’epoca in cui la donna vive sempre più uno stato di incertezza e paura. In quest’ultimo progetto fotografico Josephine Sassu indaga il ruolo della donna, il rapporto del corpo con lo spazio circostante e la necessità dell’auto rappresentazione come processo terapeutico, potente mezzo per attuare un’evoluzione profonda e celebrarne la sacralità.
L’artista, impegnata in molteplici campi d’azione tra cui quello della performance, mimetizza il suo corpo con la natura. Attinge alla sua personale storia, scava alla ricerca delle proprie radici attraversando il tempo e lo spazio. Tra denuncia sociale e introspezione, Josephine Sassu si pone in linea con quella che è la ricerca di Ana Mendieta, ossia fondersi con gli elementi della natura mediante mimesi per ritornare alle origini, per ricongiungersi col cosmo la cui energia unisce l’elemento umano al divino. E come sottolinea la Mendieta: “La mia arte è cresciuta nella convinzione di un’energia universale che scorre attraverso ogni elemento, dall’insetto all’uomo, dall’uomo al fantasma, dal fantasma alla pianta, dalla pianta alla galassia”.
Già presentato in un altro contesto, il progetto, in questo frangente, assume anche un altro significato. L’artista mette a disposizione elementi della natura per essere “indossati” dal pubblico che mimetizzato potrà realizzare dei selfie - tecnica utilizzata dall’artista per le opere in mostra - per uno scambio reciproco tra l’autrice e gli spettatori attraverso un coinvolgimento ironico e nel contempo ludico. Elementi che caratterizzano il percorso di Josephine Sassu sin dai suoi esordi insieme alla fascinazione e alla contemplazione del mondo della natura che accosta alla visione fugace ed effimera dell’esistenza.
Testo di presentazione della mostra di Josephine Sassu alla The Social Gallery che si è svolta a settembre.
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