Mostrami
Lo scorso anno si è svolto a Cagliari Martelive Sardegna, contest multidisciplinare organizzato da Impatto Teatro e Abaco Teatro, che ha visto la selezione di 50 artisti provenienti da tutta la Sardegna esibirsi live al Teatro Massimo, ognuno con la propria disciplina. Da qui i vincitori e una serie di Premi Speciali. Mostrami, Premio Speciale conferito dalla Fondazione Siotto a quattro artiste selezionate dalla sezione Arti Visive, propone parte delle opere già realizzate per il contest con alcune integrazioni della produzione ultima di Francesca Corriga (fotografia), Ilaria Gorgoni (pittura), Monica Serra (illustrazione) e Eleonora Todde (scultura/performance).
É il paesaggio il teatro d’indagine di Francesca Corriga che restituisce una visione dell’isola in un rigoroso bianco a nero. Paesaggio come metafora dell’esistenza individuale e collettiva per una traslazione su diversi piani percettivi nel tentativo di costruire mondi paralleli e stranianti, che altro non sono che incubi e ossessioni costellanti l’esistenza dell’artista.
Che sia essa demoniaca o divina, la maschera raffigura antropomorficamente l’essenza. Lo strumento di collegamento tra l’uomo e la divinità a fini rituali. Il termine deriva da masca, ossia strega o spirito maligno il cui significato è intrinseco ai valori culturali di una società. Ilaria Gorgoni la utilizza come strumento che consente all’essere umano di uscire dalla propria identità, dalla sua condizione di coscienza. Tatuate su pelle sintetica e dotate di supporto, hanno l’obiettivo di dichiarare il valore della pratica del tatuaggio, ambito in cui l’artista eccelle. Alle maschere sono accostati alcuni reliquiari d’argento con interventi acquerellati e resinati.
Una narrazione all’interno di una realtà distopica, allegoria dell’umana esistenza oramai allo sbando, tesa a trovare un confronto tra il mondo esterno e l’universo interiore, tra la dimensione individuale e quella collettiva, è ciò che suggerisce l’installazione di Monica Serra. Un viaggio nel profondo dell’animo, un percorso alla scoperta di se stessi come strumento di crescita personale. Un universo grottesco, a tratti psichedelico, che affascina e seduce e si concretizza in visionarie illustrazioni con l’ausilio di soli tre colori.
A chiusura del percorso il video della performance “Oscines”, di Eleonora Todde, dove l’uccellino canterino del sottordine dei passeri è al centro del progetto per una riflessione sui concetti di isolamento e separazione. Sull’esclusione dal contatto con l’altro nonostante l’apparente dimensione di serenità dispensata dal sublime canto.
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