Al via il Festival di Architettura a Cagliari
L’Università degli Studi a Cagliari in partenariato, tra gli altri, con IN/ARCH e la Fondazione di Sardegna, ha vinto il bando promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT con il progetto FAC2020. Dieci giorni di performance, gaming, conferenze, installazioni e visite guidate che si aprirà all’ex Manifattura Tabacchi il 18 settembre. Per saperne di più abbiamo intervistato il coordinatore del progetto Paolo Sanjust, architetto e docente del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura.
I confini del cambiamento. Cagliari tra terra e acqua. Architettura e luoghi sensibili, questo il titolo del progetto cagliaritano. Quali sono le problematiche peculiari da affrontare in una città come Cagliari che si estende tra laguna, mare e stagno?
La città di Cagliari, accesso privilegiato all'isola di Sardegna dal Mar Mediterraneo, si confronta quotidianamente con le acque - salate, dolci, salmastre - che la circondano, e con gli ecosistemi naturali ed economici che entrano in relazione con le aree portuali, le spiagge, le saline orientali e occidentali, dalle quali la città ha sempre tratto risorse economiche e identitarie. Le linee di costa rappresentano quindi uno dei suoi confini, che i cambiamenti climatici contribuiscono a modificare a causa dell’utilizzo irresponsabile delle risorse del pianeta. Cambieranno i modi d’uso delle sue aree costiere, interfaccia tra terra e mare, polarità di attrazione tra ruralità e urbanità, porti di approdi e partenze, luoghi di produzione e di industrie, di fragilità ambientale e flussi turistici e migratori. Lungo questi confini, in cui il paesaggio è il prodotto delle relazioni tra natura e comunità, vogliamo focalizzare la nostra attenzione. Durante il Festival si parlerà del rapporto tra natura e comunità in quel luogo sensibile rappresentato dalla linea di costa, con le sue architetture e le aree da riqualificare.
L’obiettivo primario è quello di promuovere il territorio cittadino attraverso l’architettura contemporanea. Come intendete procedere?
Il paradigma adottato nella definizione della proposta progettuale è di tipo community based, orientato a far emergere, abilitare e mettere a sistema le risorse (umane, spaziali, economiche) presenti sul territorio, per generare effetti in termini di accrescimento della consapevolezza del valore del patrimonio culturale e ambientale e del suo contributo al benessere e alla qualità della vita e per innescare processi di rigenerazione urbana, attraverso la partecipazione attiva dei/delle cittadini/e alla tutela, gestione e sviluppo del patrimonio come bene comune. A Cagliari abbiamo deciso di cogliere la sfida posta dalla pandemia, che ci pone davanti ad un pianeta nuovo, in cui riscrivere gli equilibri economici, sociali e culturali, e, in linea con le finalità originarie, abbiamo reinterpretato modalità e tempi di svolgimento del Festival per dare il nostro miglior contributo. Il Festival si terrà, quindi, presso gli spazi della ex Manifattura Tabacchi in viale Regina Margherita dal 18 al 27 settembre, ogni giorno dalle 18:00 alle 23:00.
Pensato come una grande residenza collettiva per condividere e creare soluzioni sostenibili, come sarà strutturato il festival?
Oltre ai talk, alle mostre, alle perfomance e alle visite guidate, le altre modalità di engagement attivo per il pubblico cagliaritano, previste nella versione del Festival preCovid, virano oggi verso il mondo digital con una game app. Grazie all'app ai cittadini verrà offerta un’esperienza virtuale dello spazio urbano che li coinvolgerà in un esercizio di progettazione della città. Una combinazione di meccanismi di “caccia al tesoro” con attività di costruzione e progettazione e con elementi di social networking. Il giocatore dovrà raccogliere durante la sua visita a Sa Manifattura alcuni elementi disseminati lungo l'allestimento degli spazi e utilizzarli per comporre, anche in collaborazione con altri giocatori, una sua proposta o visione della fascia costiera urbana. Inoltre, potrà partecipare online ai progetti proposti da altri, commentare e votare. La struttura del festival prevede, quindi, un metodo multi-approccio, capace di evidenziare i benefici economici, sociali, ambientali, urbani e culturali conseguiti dalla creazione di nuove opportunità di aggregazione e ampliamento delle reti tra attori del sistema locale e dal vantaggio conseguito dai diversi target individuati, in termini di acquisizione di know how (conoscenze/competenze/capacità).
In quale misura la manifestazione potrebbe incidere sullo sviluppo di eventuali cambiamenti?
E’ chiaro che i cambiamenti climatici in corso, che rappresentano un problema per tutto il pianeta, devono essere affrontati a livello globale. Ma è solo col contributo di tutte le comunità, e cioè attraverso politiche locali, che si può essere incisivi e contribuire a costruire un nuovo contratto con la natura. L’innalzamento dei livelli del mare, conseguenza dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacciai del pianeta, può provocare cambiamenti radicali nella geografia di luoghi come la città di Cagliari, e di tutto il pianeta. Si tratta di acquisire la consapevolezza necessaria perché la comunità si orienti decisamente verso una serie di cambiamenti, che sono poi quelli individuati dall’ONU nei 17 obbiettivi del Sustainable Development dell’Agenda 2030. Ma sarà dal punto di vista dell’architettura che ci avvicineremo a questi temi. Il tema dell’innalzamento dei livelli del mare, per esempio, è lo spunto per l’allestimento degli spazi della Manifattura. Se vogliamo davvero immaginare un futuro sostenibile, cioè “volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni” dobbiamo operare con tutte le nostre energie, immediatamente.
Sono diverse le location dislocate sulla costa che ospiteranno il festival, tra queste il Padiglione progettato da Pierluigi Nervi nel 1955 per lo stoccaggio del sale, capolavoro di archeologia industriale fino a poco tempo fa in completo stato di abbandono così come l’ex Colonia Marina del Poetto concepita da Ubaldo Badas, significativa espressione dell’architettura razionalista. Come sfrutterete questi spazi?
Dieci mesi fa progettavamo il Festival dell'Architettura di Cagliari come una grande residenza collettiva, creativa e operativa, con laboratori in presenza, workshop di autocostruzione e coinvolgimento attivo dei cittadini nella manipolazione fisica di oggetti e spazi della città. Oggi la pandemia ci spinge a rimodulare il programma che, come detto, si svolgerà tutto negli spazi di Sa Manifattura. Gli spazi che avremmo utilizzato per le diverse attività programmate al momento della partecipazione al bando “Festival dell’Architettura” nel 2019, come il Padiglione Nervi o l’ex Colonia Marina del Poetto non sono oggi più disponibili. Ma su di loro, e su altre architetture di grande qualità, svolgeremo un Hackaton, gestito dal CREA dell’Università di Cagliari, che coinvolgerà 40 giovani che saranno impegnati a sviluppare idee e far emergere progetti per il loro recupero e riuso.
Conferenze, performance, installazioni, gaming e visite guidate. Cosa ci puoi anticipare del programma?
Nell’arco delle 10 serate sarà possibile visitare due mostre dedicate a progetti, idee e visioni per l’architettura della Cagliari del futuro, sviluppati dalle Scuole di Architettura di Cagliari e di Mendrisio (Università della Svizzera italiana), ed altre mostre sulle aree costiere del sud Sardegna, e partecipare ai diversi talk sulle tematiche di progettazione degli spazi pubblici. Ci saranno conferenze di architetti di fama internazionale, spettacoli, presentazione di premi e concorsi. Abbiamo poi preparato, a partire dal lavoro svolto nell’ambito del Progetto MuseoCagliari – finanziato da Sardegna Ricerche con un Bando per progetti Cluster - una serie di visite guidate alla scoperta dell’architettura del ‘900 cagliaritano, che saranno realizzate da imprese che operano nell’ambito del turismo culturale e che hanno partecipato al Cluster. Ci saranno anche delle visite notturne “a lume di lanterna” organizzate dall’Ordine degli Architetti di Cagliari e visite all’area umida di Molentargius – organizzata dall’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti con il Parco di Molentargius – e alle saline Contivecchi – organizzate dal FAI che le ha fatte rinascere gestisce.
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