Opera Prima: I Fliyng Gardens di Tòmas Saraceno

 

Fanno parte della mostra Aria in corso a Palazzo Strozzi, i Fliyng Gardens di Tòmas Saraceno attraverso i quali prende avvio la nuova rubrica intitolata Opera Prima. Un focus su un'unica opera d'arte selezionata nell'ambito di una mostra in corso. L’approfondimento del suo pezzo forte, dell’opera che potrebbe tradurre al meglio il concetto sommario del progetto o che riassuma la poetica dell’artista in esame.

“Lampade e lampadine come alleate nella caccia quotidiana collegano modi di vivere in una dipendenza intrecciata. La natura sembra preferire i rapporti agli individui, nulla si crea da sé. Chiedetevi quante moltitudini racchiudete in voi”. Recita la carta abbinata alla VII sala, quella dedicata ai Flying Gardens. Si perché Tòmas Saraceno, nella sua ultima grande mostra in Italia a Palazzo Strozzi, per entrare in sintonia con il pianeta invita a consultare l’oracolo della tela attraverso le carte da Aracnomanzia, idea presa in prestito dalla popolazione Mambila del Camerun che pratica la divinazione attraverso ragni e ragnatele. Fulcro dell’intera mostra, nove delle 33 carte, utilizzate come strumenti narrativi per lo spettatore, creano nove universi interconnessi con elementi come polvere, ragni, piante e ragnatele che assumono la valenza di metafore della percezione dell’universo. “I fenomeni del misterioso universo sono resi sensibili attraverso una consuetudine organica e poetica di diverse discipline … una contemplazione creativa su una relazione umana e il divenire cosmico”, sostiene l’artista.

La protagonista dell’installazione Flying Gardens, serie di biosfere in vetro, è la Tillandsia, detta anche figlia dell’aria, pianta tropicale priva di radici sotterranee che si adatta a qualunque tipologia di ambiente trattenendo l’umidità dell’atmosfera tramite strutture denominate tricomi. Sono piante uniche, molto resistenti e particolarmente ornamentali che utilizzano le radici per l’ancoraggio, ma soprattutto sono capaci di trattenere il pulviscolo atmosferico, contenente sostanze inquinanti, per metabolizzarlo purificando l’aria. Queste piante, oltre a indicare la qualità dell’aria, sono l’esempio di come non esistano elementi distinti, infatti terra, acqua e aria sono indissolubilmente intrecciati tra loro, requisito primario per entrare in armonia con il pianeta e assicurarne la sopravvivenza. Legami che si intensificano e si estendono dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, dalle galassie alle particelle subatomiche. Gli ecosistemi devono essere pensati come reti di interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri. Focalizzandoci meno sull’individualità e più sulla reciprocità, possiamo andare oltre la considerazione dei mezzi necessari per controllare l’ambiente e ipotizzare uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano. Lasciamo che la ragnatela ci guidi.


Le Tillandsia fluttuano nell’aria inserite tra sfere in vetro soffiato a mano, reminescenze di agglomerati di bolle di sapone o di molecole, tenute insieme da corde annodate per evocare le ragnatele, filamenti attraverso i quali i ragni inviano e ricevono vibrazioni, strumenti di comunicazione che estendono l’estrema sensibilità dell’insetto. Il tutto intrecciato e sospeso attraverso cavi d’acciaio fissati alle pareti. Capolavori di ingegneria e chimica, le ragnatele sono un complicato intreccio di seta, una delle fibre più resistenti in natura, che da sempre seducono l’artista che ha scansionato e ricostruito gli intricati habitat dei ragni. Attraverso esse il ragno tiene sotto controllo il suo spazio vitale dal momento che, come le corde di uno strumento musicale, le ragnatele risuonano su frequenze diverse inviando impulsi al suo costruttore. “Inventiamo uno strumento che tutti gli umani del pianeta possano suonare contemporaneamente, in modo tale che quando suoni una corda riverbera in tutte le altre corde. Questo ci sintonizzerà tutti. Quando saremo in grado di produrre un'armonia come specie, allora forse qualcun altro ci ascolterà.

Ancora una volta Tòmas Saraceno, artista visionario e poliedrico, esplora i confini tra arte e scienza attraverso l’assidua ricerca di metodi sostenibili per l’uomo e il pianeta e un approccio di collaborazioni interdisciplinari che applica abilmente nel dare vita all’installazione interattiva Flying Gardens, summa di tutti gli elementi emblematici e ricorrenti nella ricerca dell’artista nonché sintesi di connessioni e innesti per sensibilizzare il maggior numero di persone sui problemi di un ecosistema criticamente compromesso. Presentate per la prima volta nel 2007 alla Biennale di Lione, nel 2010 all’Andersen’s Contemporary di Copenhagen e nel 2011 per Cloud Cities alla Hamburger Bahnhof di Berlino, le spettacolari strutture oscillanti, ispirate all’architettura utopica degli anni Sessanta, sono state immaginate dall’artista sospese nel cielo come nuvole al posto di dense nubi inquinanti che gravano sui grandi centri urbani. “Una città che s’allarga s’allarga e risulta costruita di tante città concentriche in espansione, una città ragnatela sospesa su un abisso.” Scrive nelle sue Città Invisibili Italo Calvino, autore nei quali scritti l’artista trova numerosi spunti di riflessione per giungere a forme alternative sostenibili per abitare il mondo. Un mondo nuovo, visionario e immaginifico dove fluttuano leggere le città giardino. Utopie sospese e meravigliose, come lo sguardo ludico e poetico sul mondo di Tòmas Saraceno.

(Roberta Vanali per Artribune)

 

Bibliografia essenziale.

A. T. Pinto, Tomas Saraceno: Cloud Cities, in “Domus” https://www.domusweb.it/it/arte/2011/09/24/tomas-saraceno-cloud-cities.html Web, 24 settembre 2011, Berlino.

Tomas Saraceno. On space time foam, [26 ottobre 2012 – 17 febbraio 2013, HangarBicocca Pirelli, Milano] catalogo mostra a cura di A. Lissoni, Milano 2012.

Tomas Saraceno. Aria, [22 febbraio – 19 luglio 2020, Palazzo Strozzi, Firenze] catalogo mostra a cura di A. Galansino, Padova 2020.

 


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