Profonde come Radici _ Roberto Falchi



Pur percorrendo ogni sua via, tu non potresti mai trovare i confini dell'anima, così profonde sono le sue radici.” (Eraclito)
Ancorate saldamente al suolo si moltiplicano e inabissano in profondità fissando l’albero alla terra. Tanto potenti da spaccare rocce e insinuarsi lentamente, le radici  nutrono la pianta e la innalzano maestosa verso il cielo. Incuranti degli ostacoli che incontrano si fanno strada, impetuose, infiltrandosi nelle viscere della terra per poi riemergere e rompere prepotentemente perfino l’asfalto. Allo stesso modo le radici di un individuo penetrano e affondando nella psiche più profonda, in quel humus tanto personale quanto archetipico, per attingere alla linfa vitale. Scorrono, affondano e riaffiorano perché in grado di aprire varchi, sempre e comunque. Perché senza radici non esiste vita. “Agli uomini accade quel che accade all'albero. Quanto più in alto e più nella luce vuole ascendere, con tanta più forza le sue radici si spingono dentro la terra, verso il basso, nel buio, nel profondo, ‑ nel male”. (F. W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 50)
Muove dal concetto di radici come metafora dell’esistenza, il progetto work in progress  iniziato nel 2007 da Roberto Falchi che si presenta come un’installazione totale. Una rappresentazione corale di ciò che l’artista considera le origini ancestrali dell’individuo, il punto d’unione tra la materia e la psiche, il mezzo per indagare gli strati più profondi del processo evolutivo. Non a caso Platone definisce l’uomo come "una pianta rovesciata, le cui radici si estendono verso il cielo e i rami verso la terra" e Jung ne segue le orme per scandagliare la dimensione dell’inconscio. Analizzare le radici per l’artista non significa solo sviscerare il livello psicosomatico più profondo e analizzarlo in rapporto alla realtà ma è anche considerarle come origine sostanziale dell’universo, quando non diventa il pretesto per creare nuovi sentieri, nuove vie di fuga da schemi precostituiti nel tentativo di preservare la sacralità dell'opera.




E’ multiforme la ricerca di Roberto Falchi, suscettibile a molteplici chiavi interpretative, riconducibile all’utilizzo di svariati materiali e tecniche nel tentativo di costruire archivi a cui attingere a seconda della necessità espressiva. Così hanno avuto origine le radici  che interagiscono con lo spazio attraverso un intervento site-specific costituito da oltre 200 pezzi di piccole e medie dimensioni - oltre ad un’opera di 8 metri - realizzati con tecnica mista su carta e cartoncino. Uno dei motivi ricorrenti dell’immaginario dell’artista che, in maniera quasi maniacale, sviluppa con grande forza espressiva, tra figurazione e astrazione, con esiti sempre differenti nonostante l’immediata riconoscibilità del segno. E lo fa attraverso l’affermazione dell’idea, al di là del risultato meramente estetico.

Commenti

I più popolari