Ex Expo. Storia europea dell’Esposizione Universale


Primo grande evento di massa, ideato inizialmente per celebrare la rivoluzione industriale, nel corso dei decenni l’Expo (Esposizione universale) scandisce l’evoluzione del progresso tecnologico e scientifico, la trasformazione urbanistica e dei trasporti, favorendo confronti con i temi centrali dell’umanità e gli scambi economici, politici e culturali, con l’obiettivo primario di migliorare le condizioni di vita. Questo breve excursus include le 10 tappe che, a livello europeo, hanno segnato parte delle  innovazioni in ambito artistico e le cui strutture, quando mantenute, sono diventate simbolo del luogo in cui sorgono, nonostante l’arte non abbia mai costituito il tema centrale delle esposizioni.

1851 Londra
Prima esposizione universale della storia riconosciuta dalla BIE e punto di riferimento per le successive. Organizzata al Crystal Palace in Hyde Park - edificio vittoriano in ferro e vetro costruito per l’occasione e distrutto da un incendio nel 1936 - per volere del Principe Alberto, ha ospitato 25 paesi e un totale di 6 milioni di visitatori. Nacque con l’obiettivo di celebrare e divulgare le moderne tecniche industriali.

1889 Parigi
Passerà alla storia per l’imponente costruzione della Tour Eiffel, posizionata all’entrata della zona espositiva, emblema del trionfo dell’architettura in ferro puddellato. Inaugurata con grande sfarzo, celebrava il centenario della Rivoluzione Francese attraverso 36 paesi ospiti. Oltre alle macchine industriali e alle invenzioni ha dato spazio ad arte, cultura e costumi delle lontane colonie. A tal proposito fu progettato un giardino zoologico per i “selvaggi” dell’Amazzonia. 



1900 Parigi
Con oltre 50 milioni di visitatori e 58 paesi partecipanti, l’esposizione che inaugura il XX secolo con il bilancio di quello appena trascorso, è stato un evento epocale che ha solennizzato il trionfo dell’Art Noveau, in architettura con le Gare D’Orsay, il Gran Palais e il Petit Palais, ma anche nelle arti applicate. Oltre all’inaugurazione della prima linea della metropolitana ebbe largo spazio il cinematografo dei fratelli Lumiere.

1906 Milano
Inaugurata per commemorare l’apertura del traforo del Sempione e ospitata in un complesso architettonico di 225 costruzioni, si estendeva tra il Parco e la Piazza d’Armi, del quale rimane solo l’Acquario Civico, capolavoro del Liberty. Con 40 paesi e 35.000 espositori ha affrontato il tema dei trasporti con grande spazio anche per le arti decorative e i prodotti alimentari, gettando le basi per l’istituzione della Fiera. Per l’occasione venne costruito un quartiere che riproduceva interamente una strada del Cairo.



1925 Parigi
Con 16 milioni di visitatori nasce per celebrare le arti applicate, in particolare design e arredamento, segnando la nascita ufficiale dell’Art Decò. In netto contrasto col tale gusto, il padiglione Esprit Nouveau di Le Corbusier rappresentava un affronto insieme a quello di Konstantin Mel’Nikov. Per l’occasione Giò Ponti riceve il Gran Prix per le ceramiche Richard-Ginori e l?Unione Sovietica espone un modello in scala del Monumento, mai realizzato, alla Terza Internazionale di Tatlin, emblema del Costruttivismo.


1929 Barcellona
Dedicato a industria, sport e arte ospitò 20 paesi europei in un’area di 118 ettari sul Montjuic e fu il pretesto per il rinnovo urbanistico della città. Il Palacio Nacional, l’opera più monumentale costruita, ospita ora il MNAC (Museo d’arte di Catalogna) e il padiglione tedesco a “pianta libera” progettato da Mies van der Rohe, capolavoro dell’architettura moderna, fu demolito l’anno dopo per essere ricostruito nel 1986. Per l’occasione Mies progettò anche la celebre Sedia Barcelona.



1937 Parigi
Dedicata alle arti e alle tecniche della vita moderna, l’area espositiva si estendeva tra la Tour Eiffel e il Trocadero costruito per l’occasione. Terreno di confronto per l’architettura di regime, ha visto il padiglione tedesco di Speer affrontarsi a quello sovietico di Boris Jofan (sormontato dal gruppo scultoreo di Vera Muchina), entrambi demoliti insieme a quello spagnolo che ospitava Guernica di Picasso. Tra gli altri Van de Velde disegna il padiglione belga e Alvar Alto quello finlandese.  



1942 Roma
Programmata da Mussolini dopo l’istituzione dell’Ente E42 come Olimpiade delle Civiltà, in concomitanza col ventennale della marcia su Roma, l’esposizione non venne mai inaugurata a causa del conflitto bellico ma diede luogo al quartiere E.U.R, acronimo di Esposizione Universale di Roma. Del progetto originale, diretto da Marcello Piacentini, rimangono il Palazzo dei Congressi di Libera e il Palazzo della Civiltà Italiana, simbolo del quartiere e dell’architettura di regime.

1958 Bruxelles
Prima esposizione del dopoguerra, con 43 paesi ospiti e 41 milioni di ingressi, rimarrà alla storia per la prima opera multimediale elettronica: il perduto Padiglione Philips di Le Corbusier, che doveva accogliere uno spettacolo sensoriale per documentare la direzione del progresso. Di grande attrazione furono anche lo Sputnik e l’Atonium, monumentale scultura in acciaio che rappresenta gli atomi di un cristallo di ferro, all’epoca simbolo dell’esposizione ora emblema della città.


1992 Genova

Organizzata per celebrare il quinto centenario della scoperta delle Americhe, il lavoro progettuale affidato a Renzo Piano prevedeva il restyling del Porto Antico dove, tra le altre strutture (Ascensore panoramico, Piazza delle Feste) emerge il più grande Acquario d’Europa. Simbolo dell’Esposizione - cui parteciparono 54 paesi raggiungendo la quota di 1.700.000 visitatori -, diventa invece il Bigo, struttura tentacolare che ricorda i bracci di carico delle navi.

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