Lo Zen e l’arte di Rosanna Rossi
“Il Tao immaginato come l’incontro, il dialogo tra te e quello che sta davanti; un viaggio dell’interiorità del dipinto. Il Tao rappresenta il momento in cui le forze si placano sul luogo stesso in termini di luce e calore”.
Origina dall’equilibrio delle energie contrapposte, dal supremo principio che determina l’armonia universale del cosmo, la serie pittorica work in progress che Rosanna Rossi scandisce con gesto mantrico accostando minuti elementi grafici ripetuti all’infinito. Tra rigore e ordine razionale, l’artista si appropria della luce per modularla con una tensione che corrisponde alla ricerca del sacro, della spiritualità, dello Yin e Yang come flusso vitale e genesi di ogni cosa.
Nella mostra al 2+1 Officinarchitettura di Cagliari intitolata Equinozio, con la curatela di Ines Richter Musso, il colore delle nove grandi opere, scandito ritmicamente e in maniera quasi ossessiva, assume una valenza emozionale che ben si accosta alla ricerca analitica che scaturisce dall’interesse per la natura. Natura fondata sul segno, tradotta aniconicamente con una predominanza della componente geometrica attraverso un rigore progettuale carico di riferimenti simbolici.
La volontà di codificare la luce confluisce in una sorta di ordito a degradare di trasparenze e dissolvenze che rende le grandi superfici delle carte cangianti e fortemente vibranti. Una rigorosa sintesi, tra sentimento e ragione, che conquista una dimensione Zen per catturare l’attenzione e obbligare lo sguardo a percorrere la superficie verticale sino alla fine. E’ l’ordine che scaturisce dal caos in un gioco dinamico – evoluzione dell’ultimo progetto diffuso dell’artista, Rashomon -, e che corrisponde, come tiene a sottolineare, “all’esplicitazione del senso di incertezza, contrapposto all’orizzontalità, rappresentazione di tutto ciò che sta.”
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