Antonino Soddu Pirellas - Pop_Wisdom


Pillole di saggezza e di filosofia popolare. Metafore di vita estrapolate da usi, costumi e leggende di piccole e grandi realtà quotidiane. Dalla notte dei tempi l’umanità fa uso di massime e di modi di dire fondati sull’esperienza, antiche espressioni di cultura popolare che prendono il nome di Proverbi. Riguardano il passato, il presente e il futuro ed attingono da diversi ambiti come quello religioso, mitologico e storico ma si pongono anche in relazione alle stagioni, al lavoro e all’istinto degli animali. Tramandati attraverso una tradizione sia orale che scritta, i proverbi esprimono norme e consigli in maniera estremamente sintetica che per incisività e facilità di rimanere impressi nella memoria non sono lontani dagli attuali sms, dagli headlines e dagli spot pubblicitari.

Cresciuto in un ambito domestico dove la loro citazione era consuetudine, Antonino Soddu Pirellas, al di là da ogni folclorismo di maniera, ha fatto dei proverbi una costante del suo percorso artistico. Prendendo spunto dai Proverbios di Goya - allegorie satiriche che mostrano debolezze e follie dell’esistenza -, l’artista ritorna periodicamente a sviscerare queste chicche del patrimonio culturale isolano, rielaborandole con ironia pungente e talvolta dissacrante, che trovano origine nelle illustrazioni di denuncia politico-sociale di Honoré Daumier e George Grotz. Così com’è possibile rilevare dal quanto mai attuale Justissia noa ferramenta acuta, ovvero “Nuova giustizia strumenti appuntiti”, ad indicare la diffidenza - innata nel popolo sardo - nei confronti delle nuove legislazioni. Affonda le radici nell’antica cultura sarda, l’illustrazione narrativa di Pirellas strutturata mediante figure spesso monumentali, rilevate con vigore plastico e contraddistinte da cromatismi intensi e accesi, talvolta stridenti, che ben si prestano a conferire forza espressiva alla rappresentazione.

Ainu no morit cando cheret corvu (“L’asino non muore quando decide il corvo”) sta ad indicare che se teniamo a giusta distanza le persone malvagie esse non potranno danneggiarci, mentre Sos anzones si contan a Santu Juanne (“Gli agnelli si contano a San Giovanni”) rappresenta un monito nel dare giudizi troppo affrettati. E se In su poju sa luna paret un’ateruna (“Riflessa in una pozzanghera la luna sembra tutt’altra cosa”) è una constatazione che i giudizi su qualcuno al di fuori del proprio contesto potrebbero essere erronei, con Abba minore non traet mulinu (“Poca acqua non fa girare il mulino”) puntualizza che per grandi idee sono indispensabili grandi sforzi. Chiude l’esposizione In s’alvure ruta cadaunu bi faghet linna (“Con l’albero caduto tutti sono capaci a fare legna”), omaggio a Keith Haring che conferma l’inclinazione dell’artista alla cultura pop, che nello specifico si sviluppa all’interno di una sensibilità di derivazione neofolk. Tra spiccata ironia e senso del grottesco.


Presentazione della mostra d'illustrazione di Antonino Soddu Pirellas


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