ICONOGRAFIA: Il Sogno



Il più antico della storia dell’umanità è riportato dalla Genesi ed è da attribuire al Faraone, così come il più famoso e maggiormente rappresentato nell’arte che vede come protagonista Giacobbe. Stiamo parlano di quello straordinario fenomeno che è il sogno. Accovacciato per terra con la testa poggiata su un sasso, Giacobbe sogna la scala angelica che arriva al cielo, metafora di ascensione e mediazione tra l’umano e il divino, secondo l’iconografia diffusa dai codici miniati medievali e che col tempo si riduce al solo profeta, come nell’olio dello Spagnoletto. Repertorio inesauribile di simboli, in epoca Rinascimentale è l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna una delle principali fonti d’ispirazione onirica ma non per il primo notturno della storia dell’arte, attraverso il quale Piero della Francesca, al culmine della sperimentazione luministica, da vita al Sogno di Costantino, traendolo dalla Leggenda della Vera Croce.




Meno rappresentato in epoca medievale (alcuni importanti esempi si trovano negli affreschi di Castelseprio e in una placca eburnea ravennate del VI sec.), Il Sogno di Giuseppe ha avuto più fortuna ad iniziare dal Rinascimento diffondendosi particolarmente tra i caravaggisti. Sorprendente esempio di raffinatezza formale e abili contrasti chiaroscurali è l’interpretazione di George de la Tour con un angelo tra i più umani mai visti all‘epoca. E se fino ad allora il sogno incarnava solo quella sfera parallela alla realtà che concedeva all’uomo un rapporto privilegiato con la dimensione divina, la scoperta dell’inconscio nel tardo settecento ne cambia la concezione e l’esplorazione dell’irrazionale in età romantica ne accresce vertiginosamente la curiosità. Così che con Fussli diventa incubo, anticipando i mostri della ragione di Goya, con Moreau “preziosa” visione e Redon ne fa la congeniale dimensione intima d’esplorazione, al pari di Chagall qualche decennio più tardi.




Alle soglie del secolo scorso, sotto l’egida di Freud, il sogno si erge a protagonista e s’impone sulla ragione col Surrealismo ma non manca d’interessare artisti come Rousseau e Picasso. Inutile dire quanto in epoca contemporanea sia stato sfruttato il tema, soprattutto dai visionari pop surrealisti. Ma al di là dei soliti stereotipi ben si collocano artisti come Neo Rauch che rielabora abilmente l’avanguardia surrealista e Marnie Weber, protagonista di una poetica dal labile confine tra sogno e realtà, per interrogarci se davvero - parafrasando Poe - tutto ciò che appare o che vediamo è solo un sogno dentro un sogno.



Pubblicato su Grandimostre n.7

Commenti

  1. Ciao Roberta anch'io sono critica de arte vede il mio post nel blog do sublime.
    Maria Luisa

    http://wwwdosublime.blogspot.com/2009/12/egua-da-noite.html

    RispondiElimina

Posta un commento

I più popolari