Lightroom - Crux/Crucis

L’inquietudine d’oggi riguarda fondamentalmente lo spazio, che appare ben più piegato di quanto non lo sia il tempo; il tempo probabilmente sembra uno dei giochi di distribuzione possibile tra gli elementi che si ripartiscono lo spazio. (Michel Foucault)
Dal sovvertimento di un luogo reale, nel tentativo di restituire una realtà spazio-temporale a se stante, trae origine uno spazio eterotopico. Una sorta di luogo fuori ogni luogo, uno spazio altro, nonostante sia localizzabile fisicamente, delineato dalla stessa società con l’obiettivo di deviare dalla quotidianità dell‘esistenza. Prende in esame il concetto di eterotopia, secondo l’accezione di Foucault, Francesca Giraldi per proporre il progetto installativo Lightroom - Crux/Crucis, dove abilmente coniuga fotografia e video. Eterotopia del tempo, o meglio stratificazione del tempo che solo i luoghi sacri e i cimiteri - non luoghi per eccellenza - riescono a custodire. Cimitero come spazio eterno, come luogo dove non abita nessuno. Come accumulazione perpetua e indefinita del tempo che conserva in eterno le spoglie mortali, unica traccia che rimarrà della nostra esistenza perché il cimitero dà luogo a questa strana eterocronia che è per l’individuo la perdita della vita, e una quasi eternità dove non si cessa di dissolversi e di cancellarsi, a detta del filosofo.Crux/Crucis, inteso come simbolo di demarcazione degli spazi sacri - nello specifico cimiteri e chiese - è la prima raccolta di una serie di stampe realizzate con tecniche di camera chiara, ovvero lightroom, a partire dalla tecnologia digitale. Processo inverso congeniale ad ottenere uno dei più semplici e antichi metodi di stampa fotografica, la cianotipia così detta perché caratterizzata dal tipico blu di Prussia. Metodo che richiede tempi particolarmente lunghi e materiali poveri per dare vita a stampe “non finite” e dalla inevitabile connotazione retrò. Le immagini, manipolate e rielaborate, attraverso vari passaggi - colore, bianco e nero, inversione e stampa lucida - vengono diffuse in loop attraverso due monitor, uno per le orizzontali e l’altro per le verticali in una sequenza serrata. La valenza eterotopica dei luoghi sacri viene in questo caso dilatata dal mezzo che ne permette la visione e che per la sua natura mediale può essere considerato uno spazio altro, dal momento che l’eterotopia ha il potere di giustapporre, in un unico luogo reale, diversi spazi, diversi luoghi che sono tra loro incompatibili.
Fotogrammi che si susseguono, si sovrappongono, alterando la percezione del tempo e dello spazio, sottolineano la dimensione soggettiva della fotografia. Flash back dal ritmo ossessivo scandiscono la frammentazione caotica della realtà di questa controversa epoca contemporanea. Ai limiti dell’alienazione. Poiché viviamo nell’epoca del simultaneo, nell’epoca della giustapposizione, nell’epoca del vicino e del lontano, del fianco a fianco, del disperso. Viviamo in un momento in cui il mondo si sperimenta. (Roberta Vanali - Testo presentazione mostra)
Inaugurazione
Giovedi 21 maggio ore 19.00
Officinarchitettura 2+1
Via Alagon, Cagliari

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