La collezione sarda

La Collezione Sarda ritorna alla Galleria Comunale di Cagliari. Affiancata alla Collezione Ingrao vorrebbe delineare il panorama artistico isolano dal 1900 al 1970. Ma le lacune (e le polemiche) sono notevoli. Nonostante le acquisizioni…



L’acquisizione della prestigiosa Collezione Ingrao, importante punto di riferimento del Novecento italiano, ha implicato l’espropriazione della Collezione Sarda dalla Galleria Comunale, custode del primo nucleo fin dal 1933. Restituite al pubblico dopo oltre due anni, grazie alla ristrutturazione della nuova ala e poste a confronto con i movimenti artistici del continente, le opere degli artisti isolani non possono essere considerate esaustive a rappresentare la vicenda estetica del ‘900, tanto più che alla originaria e già lacunosa collezione sono stati sottratti nomi fondamentali per l’evoluzione artistica sarda, sollevando inevitabilmente pesanti polemiche. Al primo nucleo, confluito nella Collezione Civica, appartengono parte delle opere esposte alle mostre sindacali che hanno visto la partecipazione di Giuseppe Biasi, Remo Branca, Cesare Cabras, Francesco Ciusa, Mario Delitala, Stanis Dessy, Filippo Figari, Carmelo Floris, Federico Melis, Felice Melis Marini.





La seconda fase di acquisti risale al 1939 ed annovera otto sculture di Francesco Ciusa, tra le quali La madre dell’ucciso, opera vincitrice alla Biennale veneziana del 1906. Agli anni Cinquanta è riconducibile una terza fase di acquisizioni correlate alle esposizioni organizzate dagli Amici del Libro dove compaiono Antonio Mura, Valerio Pisano, Pietro Antonio Manca, La mattanza di Foiso Fois, il Coro a tre voci di Rita Thermes e Metamorfosi A di Mauro Manca. La Collezione Civica, che da oltre un decennio si trovava in balia di gravosi disagi, inizia ad ampliarsi dal 1967 grazie alla donazione di quegli artisti decisi a liberare il panorama artistico da sorpassati folklorismi. Tra questi ricordiamo Antonio Atza, Gaetano Brundu, Tonino Casula, Nino Dore, Maria Lai, Ermanno Leinardi, Luigi Mazzarelli, Mirella Mibelli, Antonio Mura, Costantino Nivola, Primo Pantoli, Rosanna Rossi, Aligi Sassu, Pinuccio Sciola. Oltre ai 4000 volumi d’arte previsti nel lascito Ingrao, la nuova ala, tra le 74 opere, espone due pezzi inediti: un paravento firmato Siddi, unico esempio in Sardegna d’arti applicate del periodo futurista ed il bozzetto in gesso per una medaglia commemorativa realizzato da Ciusa nel 1934.
La Collezione Sarda, che comprende un arco cronologico di settanta anni (1900 – 1970), prevede un ampliamento per la Collezione d’Arte Contemporanea, che prenderà posto nei ristrutturati “grottoni” dei Giardini Pubblici e scandirà il percorso artistico isolano dal 1970 al 2000. Fiduciosi di vedere finalmente completato l’excursus con esponenti assenti “vecchi e nuovi” non ci resta che seguire gli sviluppi dell’intera vicenda ridotta ad una sorta di soap opera a puntate.

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