Le liriche trame di Maria Grazia Oppo

Partendo dal convulso linguaggio informale, fatto d’accensioni cromatiche di matrice fauves, Maria Grazia Oppo assembla reti-diaframma, memori del papier collè picassiano e dell’assemblage dadaista - che esulano dalle leggi dell’imprevisto - per ordire superfici cromatiche sensibili a mutevoli trasparenze e recettrici d’intensa luminosità. L’uso polimaterico, la cui composizione non è mai lasciata al caso, nasce dal dialogo tra natura ed artificio ed è atto a far convergere l’attenzione sia per la reazione alle fonti luminose sia per le innumerevoli percezioni tattili conferite dai più svariati materiali. La luce attraversando le trame, a volte fitte e microscopiche, altre lievi e quasi impalpabili, rivela la materia sottostante, stratificata e densa di memorie vissute. Talvolta malte opache e reti grossolane si amalgamano alla superficie dipinta occultando il linguaggio segnico, espletato con impeto gestuale e l’utilizzo del dripping, ispirato ai valori musicali palesati dalla variazione ritmica e timbrica del colore.
L’accorpamento di delicate veline con innesti d’oro e bronzo lascia intravedere, rendendola opaca, la grumosa materia ispessita dalla quale si srotolano sottili fili di spago che delineano raffinanti percorsi onirici. Talora si scopre qualche inattesa zona di dissolvenza cromatica tra la superficie ed il colore che deflagrando irrompe violentemente come un flusso inarrestabile. La materia si coagula, si scompone e poi dissolve fino a rapprendersi per poi riesplodere e dare origine ad una natura primigenia ed incontaminata. Il linguaggio pittorico di hartunghiana memoria suggerisce l’idea di materia in continua evoluzione mediante l’effusione della luce, rivelatrice di vita, che si propaga ed interagisce, assorbita, riflessa e filtrata dalle reti capaci di creare aree in penombra che si contrappongono a bagliori luminosi e al colorismo spietato delle vigorose ed intense pennellate. La riflessione sulla sperimentazione materica artificiale diviene per l’artista veicolo d’ulteriori percezioni senza mai perdere la peculiarità dello stretto rapporto con la natura che in questo frangente si trasfigura nel più puro ed autentico lirismo.

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