Emilio Vedova
Nel secondo dopoguerra Emilio Vedova diviene uno dei protagonisti più rappresentativi della tendenza informale, prerogativa fondamentale della sua pittura è la manifestazione di una crisi politica e intellettuale espressa con inquietudine e spasimo mediante il gesto puro, libero da limitazioni d'ogni genere ed evocativo di espressioni primordiali. Nella sua lunga attività artistica prenderà parte alla Resistenza e a movimenti decisivi come il Gruppo di Corrente, la Nuova Secessione Italiana e il Fronte Nuovo delle Arti, nei quali porterà avanti le sue profonde denunce sociali. La negazione del segno, che descrive o racconta l'evento, è il rifiuto non solo dell'immagine definita ma della forma stessa, affrontata con la consapevolezza di testimoniare, attraverso il gesto, una disperata rivolta contro una società satura di menzogna e violenza. Articolata tra gesto e segno, anche l'opera grafica, dai tratti decisi, vibranti e carichi di forza, si fonda sull'incisività del colore nero, dal quale emergono fluttuanti sprazzi di viola e rosso che sottolineano la condizione terrena dell'umanità, in contrapposizione alla luminosità dei bianchi pregni di spiritualità. L'incisione, divenuta strumento di indagine in continuità con la pittura, permetterà all'artista di esprimere la sua forte carica emotiva, e di conquistare prestigiosi riconoscimenti fra i quali, nel 1978, il Gran Premio Internazionale alla Biennale del Disegno di Rijeka e il Gran Premio d'Onore, nel 1990, alla XXVIII Biennale Internazionale di Grafica a Lubiana.
In esposizione, nella Sala delle Volte dell'ExMà, circa cinquanta opere grafiche dell'artista veneziano, suddivise in litografie, incisioni, litoplurime e un grande disco pittorico che apre il percorso della mostra. La raccolta "Specchi", costituita da cinque incisioni all'acquaforte, è stata realizzata nel 1983, accompagnata dal testo introduttivo di Massimo Cacciari, a seguire la serie di sette piccole calcografie, "Nel palmo della mano", eseguite ad acquaforte, acquatinta e puntasecca nel 1984. Corredata da versi di Whitman, Majakosvkij, Lorca e Marquez, è la raccolta di sei incisioni, del 1970, intitolata "De America", mentre tra le prime realizzazioni litografiche troviamo la serie "Spagna oggi", con testi di G. C. Argan e le dieci litografie, corredate da altrettanti racconti tratti dall'Armata a cavallo di I. Babel, "Drei Welten", realizzata nel 1964. In mostra anche cinque litoplurime, movibili ed estensibili, mediazioni tra la pittura informale ed il collage, risalenti al 1969 e battezzate "Dai cinque mondi". Oltre alle raccolte "Il segno e l'uomo" e "Sei incisioni per l'Ariosto", la serie "Sopraffazione oggi", costituita da cinque litografie e una litodoppia su acciaio, chiude l'esposizione dedicata al maestro. Alla mostra saranno integrati tre laboratori che si terranno nella Sala della Torretta: dall'11 al 16 maggio, Corso Informatico Interattivo; dal 28 giugno al 5 luglio Stage d'Incisione e Stampa diretto da Oscar Manesi e Jesus Herrero, e il progetto di Laboratorio Tipografico, con testi di Nicola Lecca, dal 29 giugno al 5 luglio.
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