Il Nero Assoluto di Andrea Milia
"La tradizione è la somma in continua mutazione dei valori oggettivi utili alla gente. Ripetere pedestremente un valore, senza fantasia, vuol dire non continuare la tradizione ma fermarla, farla morire". Ed è proprio dalla tradizione citata da Munari che muove la sperimentazione di Andrea Milia per dare vita alle sue complesse strutture in granito sudafricano Nero Assoluto. Una tradizione appartenente al mondo della tessitura il cui sviluppo si dilata e si intreccia al tempo dell’esistenza. Strutture archetipiche di evoluzione e trasformazione, simboli di continuità ciclica e come tali evocanti il flusso del tempo, che l’artista forgia, graffia e incide laddove non esiste casualità, ma neppure un preciso progetto. Un lavoro in divenire che rivela un’inequivocabile consapevolezza dell’obiettivo da raggiungere.
Dalle “Lastre” ai “Cubi”, dagli “Arazzi” ai “Dominos” fino alle “Rune”, tutte le opere concorrono a mostrare una rigorosa ricerca fatta di mediazioni percettive che modificano la struttura di base senza mai privilegiare un solo punto di vista, talvolta incise per dare la parvenza di fili organizzati sul telaio, altre scavate per essere suddivise in partizioni geometriche che impongono l’alternanza di densità e rarefazione. Effetti dati dalla successione di pieni e vuoti, di zone lucide e opache che scandagliano la superficie scura conferendo eterogeneità luministiche.
Quelle di Andrea Milia sono opere che provengono da una dimensione estetico-concettuale che si pone al confine tra artigianato e industria per giungere a un linguaggio strettamente personale immediatamente riconoscibile, multiforme e di forte impatto visivo. Tra una storicità tramandata dalla notte dei tempi come stratificazione della memoria e il costante mutamento correlato all’inesorabile scorrere del tempo. Una dinamica in bilico tra la tradizione del primitivismo locale e l’innovazione fatta di assidua sperimentazione, volta a tradurre l’attuale e complessa epoca storica.
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