Between Earth and Sky. Cronaca postuma di un happening d'arti visive




Ma come possono gli uomini far fronte alle tensioni terrene, se non sanno nulla della tensione tra cielo e terra. (Dietrich Bonhoffer)
Archè di tutte le cose per gli antichi filosofi greci nonché flusso primordiale che origina la vita,  l’Acqua è uno dei quattro elementi naturali della cosmologia aristotelica. Padrona indiscussa della natura ma anche potente metafora dell’inconscio collettivo, non a caso è il più carico di significati simbolici e come tale ambivalente a tutti livelli. Infatti può connotarsi fonte di vita ma anche fonte di morte, forza creatrice quanto distruttrice se è vero che, parafrasando Ovidio, nulla è più duro d’una pietra e nulla è più molle dell’acqua. Eppure la molle acqua scava la dura pietra. 
In continuità tra cielo, terra e mondo sotterraneo, l’acqua rappresenta il legame tra maternità e spiritualità, ma è per antonomasia simbolo di purificazione e rigenerazione. Attraverso il Battesimo libera dal peccato originale, e tramite il Gange - madre di tutte le acque - è capace di cancellare le colpe più terribili, dal momento che l’acqua è il simbolo del principio, una sorta di specchio celeste, di elemento primevo dotato di straordinarie qualità, prima fra tutte, la capacità di purificare.
Acqua come origine di ogni forma di vita, acqua come sostentamento indispensabile in quanto feconda la terra, acqua come bene comune dell’umanità, acqua come elemento plasmante dell’universo poiché tutto circonda. Quello tra uomo e acqua è un legame indissolubile le cui origini risalgono all’alba dei tempi e che ha dato luogo a un universo popolato di miti e leggende poiché, come scrive Bachelard, è vicino all’acqua che ho meglio compreso che il fantasticare è un universo in espansione, un soffio di odori che fuoriesce dalle cose per mezzo di una persona che sogna.
Between Earth and Sky - Tra Cielo e Terra è una rassegna d’arti visive che, sulla base di un dialogo immediato d’interazione e scambio, intende accorciare le distanze tra pubblico e artista e approfondire il rapporto tra uomo e natura attraverso i quattro elementi - nello specifico l’acqua - dal momento che il centro barbaricino di Sadali, immerso nella vegetazione più rigogliosa, annovera quaranta grotte e due cascate naturali. Gli interventi, che prevedono pittura, scultura, installazione, grafica, fotografia e video, hanno l’obiettivo di interagire con l’ambiente, la cultura e la popolazione in una rete di collaborazione e confronto per contribuire alla diffusione dell’arte contemporanea anche nei piccoli centri. Aprendo nuovi scenari e spazi di riflessione che scandiscano la pluralità dei linguaggi estetici in quanto, a detta di Duccoli, una goccia d’acqua è abbastanza potente da creare un mondo e dissolvere la notte
Cronaca postuma di un happening d’arti visive
Laboratorio collettivo d’indagine creativa di arti visive e performative, Between Earth and Sky si è svolto nell’arco di tre giorni articolato in tre principali interventi che hanno visto un gruppo di 19 artisti - Silvia Argiolas, Giusy Calia, Alessio Onnis, Francesco Podda, Elisabetta Falqui, Veronica Gambula, Marta Fontana, Gavino Ganau, Pastorello, Stefano Cozzolino, Valentina M, Gianni Nieddu, Gabriele Pais, Antonio Bardino, Bruno Petretto, Luigi Bove, Lorenzo Oggiano, Gruppo Sinestetico, Andrea Portas - esporre opere pittoriche, fotografiche e video all’interno di alcune abitazioni non più utilizzate, disseminate nel centro del paese, che conservano in parte antiche mobilie e attrezzi da lavoro, e nella piccola chiesa di San Valentino, che ha ospitato alcune sculture; altri 8 artisti - Paola Porcedda, Raimondo Gaviano, Maria Grazia Oppo, Raffaello Ugo, Enrico Piras, Gianfranco Setzu, Giulia Casula, Elisa Desortes - nel corso delle tre giornate hanno realizzato un’opera site specific tra le vie del paese e in alcuni spazi del centro storico per un happening che ha consentito di analizzare differenze e pluralità di linguaggi e confrontare i diversi punti vista che hanno visto l’acqua protagonista incontrastata.
Quello di Enrico Piras è uno sguardo che nasce dall’idea dell’acqua come metafora del viaggio demandata a un vecchio baule - proveniente dall’ex ospedale psichiatrico di Sassari - colmo di piume dei cuscini usati dai pazienti, che diffonde la registrazione del passaggio di un trenino elettrico. Fil rouge tra l’esperienza psichiatrica e la dimensione del viaggio mentale. E’ ancora il viaggio, ma in questo caso onirico, a farla da protagonista nella video-installazione a due canali di Paola Porcedda e Svart1, che prende spunto dai boschi lussureggianti di Sadali e dalle sensazioni ipertrofiche di un visitatore che si addentra nella boscaglia. Dai contrasti di luci e ombre che s’insinuano tra le rocce e al loro riverbero, ai movimenti quasi impercettibili di piante e insetti, tutto è congeniale a profilare un’esplorazione intima della natura che diviene oggetto dell’immaginario collettivo.
Una riflessione sulla frontiera tra il sé e l’altro, sui confini e sul loro attraversamento mediante la ripresa fissa della poppa di una nave e della sua scia, è Land! l’installazione video di Giulia Casula che, dal tramonto all’alba, scandisce il solcare delle acque proiettato sul lenzuolo che riveste un letto, ad evocare una dimensione domestica, elemento costante nella ricerca dell’artista. In antitesi al decreto legge sulla privatizzazione dell’acqua, Requiem di Raffaello Ugo si configura come un meccanismo di elementi di riciclo che funziona come un mulino ad acqua facendo risuonare un batacchio ad emulare il suono di una campana a raccolta. Campanello d’allarme che invita a prendere atto che l’acqua, privata da quella sacralità che la contraddistingue, è oramai bene commercializzabile. Stesso concetto per installazione di Maria Grazia Oppo - costituita da elementi plastici dalla connotazione fallica -, incastonata tra le rocce della cascata che, tra artificialità, simulazione e fertilità, vede l’acqua come risorsa primaria dell’ecosistema sottoposta a leggi di mercato che rischia di compromettere quel labile equilibrio tra uomo e natura.
E se Elisa Desortes interpreta tutti e quattro gli elementi e li racchiude in piccole gabbie per uccelli che dissemina nell’atrio di casa Podda, Gianfranco Setzu tappezza il centro storico con i poster HolyWater, fittizia campagna pubblicitaria in versione pop per una visione irriverente e straniante dell’elemento vitale per antonomasia che si trasfigura in acqua santa. La rassegna si è conclusa con la performance di un gruppo di writer, armato di mascherine e bombolette spray - Alberto Marci, Michael Chavalier, Jonathan Solla, Alessio Angioni - al quale è stata messa a disposizione la piazza adiacente alla cascata centrale per dare sfogo ad un immaginario fantastico fatto di pesci e uccelli dai cromatismi sgargianti. 

Commenti

  1. Wow! complementi per il blog. Me ne intendo poco d'arte anche se devo dire la verità mi appassiona. Il mio preferito è quello di Enrico Piras con la sua metafora del viaggio col vecchio baule. Grazie mille!!

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