La tavola ritrovata di Antioco Mainas

Fil rouge dell’esposizione è il ritorno a casa d’opere dipinte in Sardegna delle quali per lungo tempo si era persa qualunque traccia: ad iniziare dall’importante tavola lignea raffigurante una Crocefissione attribuita da Roberto Coroneo, docente di storia dell’arte medievale all'Università di Cagliari, al pittore cagliaritano Antioco Mainas. Attivo nella bottega di Stampace tra il 1537 e il 1571, l’artista rivela un linguaggio arcaico-popolaresco caratterizzato da cromatismi squillanti e da semplificazioni formali ben lontane dal raffinato gusto dei Cavaro. La tavola costituiva probabilmente la parte centrale superiore di un retablo smembrato le cui ipotesi la collocherebbero nel polittico di Uta o nel Retablo dei Consiglieri di Oristano, entrambi mutili della tavola superiore la cui dimensione coinciderebbe con quella della Crocefissione. Le ultime notizie della tavola - riportate da Alberto Della Marmora - risalgono al 1860 e ne documentano la vendita da parte dei Domenicani. Ritrovata a Philadelphia per poi giungere in Toscana, è stata acquistata da Dante Crobu dopo quasi 150 anni di silenzio. Ma la Crocefissione non rappresenta l’unico tesoro recuperato dal collezionista, tra le venti opere in mostra si annoverano la Crocefissione di Tonara, attribuita anch’essa al Mainas, il Ritratto del Conte Cugia di Sant’Orsola di Giovanni Marghinotti, ritrattista della corte sabauda la cui impronta neoclassico-purista non contiene elementi appartenenti alla tradizione isolana.





Meritano particolare attenzione i Pesci di Carlo Argiolas, pittore attivo a Cagliari negli anni ’30, immerso in una realtà non distante dal realismo magico dal quale attinge anche Dino Fantini con la sua Natura morta; Scene di vita campestre di Mario Ledda ed un piccolo e luminoso paesaggio di Felice Melis Marini. A sorpresa, il giorno dopo l’inaugurazione, ha preso posto nel percorso espositivo l’accattivante ritratto della Donna di Oristano di Giuseppe Biasi che non costituisce un ritorno a casa, ma un omaggio dovuto ad uno dei più grandi artisti sardi. (r. v. exibart)

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