La Matta Bestialità


Abbiamo bisogno di più consapevolezza della natura umana, perché l’unico pericolo reale che esiste è l’uomo in se stesso. (Carl Gustav Jung)

Nel Canto XI dell’Inferno, con matta bestialitade, Dante intende illustrare gli aspetti brutali della natura umana che poi distribuisce gerarchicamente nei gironi dell’Inferno. Da questa citazione nasce il concetto della mostra di illustrazione La Matta Bestialità che, oltre ad essere motivo di indagine della complessità della violenza umana, vuole essere un confronto tra l’uomo e la bestia che è in lui e il suo conflittuale rapporto con la natura. Ovvero quella tendenza alla bestialità che vede, soprattutto in questa epoca del terrore, un progressivo abbrutimento comune a tutto il genere umano. 


Sarebbe riduttivo attribuire la degenerazione umana al progresso, come sostiene Emile Zola ne La Bestia Umana che lo paragona a un treno senza conducente con un carico di soldati e bestiame a tutta velocità: ma le bestie feroci restano bestie feroci, e per quanto possano inventare meccanismi sempre più perfetti, le bestie feroci continueranno ad esistere, perché la violenza è insita nella natura dell’uomo. E non c’è termine di paragone con gli animali dal momento che essi uccidono esclusivamente per la sopravvivenza. Siamo la specie più violenta e sanguinaria sulla faccia della terra, sempre pronti alla vendetta - anche inconsapevolmente - non abbiamo controllo sull’aggressività, fenomeno sostenuto persino dagli insegnamenti biblici ad iniziare dal principio dell’Occhio per occhio, dente per dente
Ci siamo assuefatti alla vista delle più atroci violenze e mettiamo sempre più in pericolo noi stessi per aver sconvolto l’ordine naturale delle cose. Il fatto che l'uomo sappia distinguere tra il bene e il male dimostra la sua superiorità intellettuale rispetto alle altre creature; ma il fatto che possa compiere azioni malvagie dimostra la sua inferiorità morale rispetto a tutte le altre creature che non sono in grado di compierle, per citare Mark Twain. Al contrario di quanto afferma Jean-Jacques Rousseau, secondo il quale è la società a trasformare la natura dell’uomo, William Goldin ne Il signore delle mosche descrive l’indole umana malvagia fin dalla tenera età, capace di trasformare un paradiso tropicale in un inferno fatto di barbarie primitive. Non a caso dichiara che l’uomo produce il male come le api producono il miele.


Per mettere in luce la perversione di una razza in via di decadenza, gli aspetti più selvaggi e degradanti della natura umana sono stati selezionati sedici artisti con differenti background di appartenenza e provenienza, accomunati dal gusto neo pop della ricerca con una tendenza al gusto noir, che si esprimono attraverso l’illustrazione, con una forte eterogeneità nell’utilizzo delle tecniche che spaziano dalla grafica vettoriale al disegno, dalla serigrafia all’acquerello, dai pastelli al collage, dagli inchiostri agli acrilici fino allo smalto. E con l’obiettivo finale di dare vita ad un bestiario contemporaneo. 


Giorgia Atzeni, Gildo Atzori, SKAN (Emanuele Boi), La Fille Bertha (Alessandra Pulixi), Luigi Bove, Piercarlo Carella, Andrea Casciu, Veronica Chessa, Silvia Ciccu, Vanni Cuoghi, Ilaria Gorgoni, Laura Saddi, Valentina Sani, Daniele Santagiuliana, Josephine Sassu, Daniele Serra.
La Matta Bestialità è un progetto di Roberta Vanali, co-curato con Efisio Carbone per lo Spazio (In)Visibile di Thomas Emil Lehner che aprirà i battenti il giorno 23 giugno alle ore 19.


Spazio (in)visibile
Via Barcellona 75, Cagliari
Ingresso da giovedì a sabato, dalle ore 19 alle 21
Telefono 328 9850521
mail invisibile_75@yahoo.it

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